Home C'era una volta Charlie “Fess” Johnson, una leggenda di Harlem

Charlie “Fess” Johnson, una leggenda di Harlem

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Il 13 dicembre 1959 muore a New York Charlie Johnson, detto “Fess”, uno dei leggendari direttori d’orchestra del jazz della prima metà del Novecento.

Gli inizi al trombone

Charles Wright Johnson, questo è il suo vero nome, nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, il 21 novembre 1891. Inizia la sua carriera musicale suonando il trombone, ma dal 1914, quando si trasferisce a New York e fonda una sua orchestra, preferisce il pianoforte. Nel 1924 ottiene i primi lusinghieri successi, ma il suo periodo migliore coincide con una lunga scrittura allo Small Paradise di Harlem fra il 1925 e il 1928. Qui la sua formazione viene spesso a contatto con quella di Duke Ellington, e alcuni critici sostengono anzi che Johnson eserciti una profonda influenza sul grande compositore, contribuendo a orientarne la svolta stilistica che, intorno al 1928, produce i primi capolavori.

Lo stile jungle

Nonostante all’ascolto dei dischi incisi dall’orchestra di Johnson e quella di Ellington tra il 1927 e il 1929, le due formazioni si assomiglino molto, tanto da potersi in qualche caso confondere, non è facile stabilire con certezza quale delle due abbia adottato per prima quel particolare stile che tutti ancora oggi chiamano “jungle”. Alla fine degli anni Trenta Johnson chiude progressivamente l’esperienza jazz per dedicarsi quasi esclusivamente, fino al suo ritiro definitivo, alla musica commerciale. Tra i musicisti che. in epoche successive, hanno fatto parte ella sua orchestra figurano, tra gli altri, Jabbo Smith, Sidney De Paris, Ben Whittet, Benny Waters, Cyrus St. Clair, Benny Carter, Roy Eldridge, Jimmy Harrison, Bill Coleman, Dicky Wells e Frank Newton.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".