Arrivando da lontano, lo si nota subito in mezzo agli ulivi che, da una parte all’altra, circondano la strada che, da Andria, si inerpica sù al colle. Un bosco di macchia mediterranea lo circonda. Intorno solo odore di pini marittimi e lavanda. Il percorso che lo lambisce è sterrato. Lontano: il mare. E’ Castel del Monte, il castello di Federico II: puer Apuliae, stupor mundi. Si tratta del castello più misterioso ed enigmatico che esista e che celebra, nelle sue perfette geometrie, l’armonia dell’universo. Ma… se ci fosse anche “altro”?
Castel del Monte, fortezza, magione, hammam o…?
Sono innumerevoli le tesi degli studiosi che lo vogliono fortezza, magione, addirittura hammam per il riposo dei cavalieri. Del resto, sono anche tanti gli indizi che non conducono a decifrarne la vera funzione. In fondo, non si tratta di un castello vero e proprio. Non esiste fossato per esempio. Questa è una delle ragioni per cui, in molti, hanno pensato potesse svolgere altre mansioni oltre che quelle proprie difensive di un castello. Federico II, educato alle mode e alle usanze degli arabi, è probabile volesse offrire a questo territorio di più di una semplice fortezza. Anche l’ubicazione non fa certo pensare ad un luogo da difendere o da assalire. Si arriva sù, all’orizzonte si guarda il mare. Nessuno si spingerebbe ad occupare una fortezza di questo tipo … perché? Perché non c’è ragione. … Per lungo tempo Castel del Monte ha ospitato solo pastori che lo guardavano come un sicuro riparo per sè e per le proprie greggi. Del resto, sorge su una strada che somiglia ad un tratturo … Nessuna recinzione intorno: solo rosmarino e finocchio selvatico. A guardarlo, dall’esterno, colpisce subito solo la forma: ottagonale.
Otto, il numero magico, geometricamente perfetto
Otto sono gli spigoli su cui sorgono otto torri. Nel piano inferiore si aprono otto monòfore; in quello superiore, sette bifore ed una sola trifora rivolta verso Andria… il cortile è di forma ottagonale. La pianta ottagonale. Otto… otto…otto, un numero magico su cui tutto è costruito. E si tratta davvero di un numero geometricamente perfetto: l’ottagono è una forma fortemente simbolica. E’ una figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, ed il cerchio, simbolo dell’infinità del cielo… e segna un passaggio dell’uno all’altro. Ed entrando si avverte come una sensazione di disorientamento… come se si varcasse davvero un’altra dimensione…ma quel che colpisce di più è altro, appena si entra nell’androne principale.
C’è qualcosa che cattura subito l’attenzione degli osservatori. Sulla destra dell’androne di ingresso, nella prima delle stanze in cui si entra… Eccola… Una colonna di breccia corallina dalle fondamenta sale sù per sorreggere…. il nulla. La colonna è di breccia rossa, spiega la guida, un materiale che si trova proprio così fuso nel terreno… e, sulla stessa base, al piano superiore, questa diventa un pilastro trilobato di marmo, in pratica una colonna divisa in tre… ma quel che davvero sorprende è che, al pianterreno, la colonna principale sembra somigli ad un’aorta di sangue vivo, quasi fotografata al microscopio, dove si potrebbero persino intravedere le cellule, le piastrine che si agitano all’interno. Questa scompare nella volta e la si ritrova, divisa in tre parti, come la diramazione di un sistema venoso, al secondo piano. Ancora delle colonne che diventano, ora, vene che si disperdono sù nel soffitto, dello stesso colore rosso come quelle di un corpo umano.
La guida spiega che, nonostante questa possenza, l’architettura romano gotica su cui si basa la costruzione di Castel del Monte, avrebbe potuto farne a meno. La volta, leggera, non ha bisogno di tutto questo marmo per sorreggersi. Sembrerebbe proprio che queste colonne, giganti al primo piano e che diventano snelle e lunghissime al secondo, abbiano il solo scopo di sorreggere… il cielo.
Castel del Monte e Federico II: puer Apuliae, stupor mundi…
Al centro del cortile ottagonale tutto aperto, l’unica cosa visibile è proprio il cielo… e questa apertura alla volta celeste è utile per incanalare la pioggia, per riscaldare le stanze d’inverno, per illuminarle con un enigmatico gioco di equinozi, per renderle arte con quella luce che si insinua tra le venature del marmo…
Federico II era considerato, del resto, lo stupor mundi. Alla sua corte si incontrarono le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Parlava ben sei lingue, volle l’università laica in contrasto con quella privata voluta dal pontefice; grazie alla lingua romanza della sua scuola siciliana influenzò la letteratura italiana, anticipando persino Dante, ed educato alla corte siciliana, a Palermo, conobbe l’astronomia, la geometria, la matematica (tra i suoi protetti vi fu Fibonacci, che scoprì la regola aurea, ndr) e… la medicina. E si potrebbe ancora continuare sull’opera illuminata di questo incredibile sovrano. Tutto, dunque, induce a pensare che a Castel del Monte, che Federico volle fortemente anche se non ne vide la fine, il grande imperatore volle imprimere un messaggio non solo di potere, ma di bellezza, cultura ed armonia. E, forse, lasciarne l’interpretazione al singolo visitatore.
Anche le colonne di breccia corallina indicano questa sicura appartenenza. E agli ignari turisti, questo castello, ispira riflessioni continue, come se fosse proprio, appunto, un corpo vivo ed in costante evoluzione. Se fosse proprio questo?
Non possiamo, pertanto, che suggerirvi di andare e scoprire il messaggio che il castello vi mostrerà. Certi che lo farà. Il Castello è oggi patrimonio dell’Unesco, patrimonio dell’umanità… e non potrebbe essere diversamente.
Per info: casteldelmonte.beniculturali.it