Basterebbe il ricongiungimento delle Due Dame del Museo Correr con Caccia in Laguna dal Getty Museum di Los Angeles per trovare un buon motivo per venire a Venezia a visitare la grande retrospettiva Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni che ha aperto il 18 marzo e resterà visitabile fino al 18 giugno 2023 a Palazzo Ducale. Ma questa mostra che ha esordito negli Stati Uniti alla National Gallery – riporta il comunicato di Arte.it – lo scorso anno e che arriva con la primavera in Piazza San Marco è anche una grande occasione per scoprire in un percorso che raccoglie 42 dipinti e 28 disegni il genio e l’originalità di uno dei grandi maestri della pittura veneziana a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento.
La curatela del progetto espositivo nasce da Peter Humpfrey, uno dei maggiori studiosi di Carpaccio, affiancato dal curatore dei Musei Civici Andrea Bellieni e dalla curatrice della pittura italiana e spagnola della National Gallery di Washington Gretchen Hirshauer e sottolinea una collaborazione consolidata tra l’istituzione museale lagunare e il grande museo statunitense già battezzata qualche tempo fa in occasione di un’altra grande mostra dedicata ad un altro genio veneziano, Tintoretto.
In mostra sono riunite opere provenienti da collezioni e musei internazionali, da chiese in Istria, in Dalmazia e in Lombardia a cui si unisce un importante corpus di disegni che mettono in evidenza l’originale talento narrativo e la sensibilità di un artista che ha tratto ispirazione da un connubio di influenze che spaziano da Giovanni Bellini e Antonello da Messina per giungere ai primitivi fiamminghi e a Albrecht Dürer.
“Questa esposizione – spiega il co-curatore Andrea Bellieni – nasce proprio dalla necessità di guardare a Carpaccio con uno sguardo nuovo che, non dimenticandone il ruolo di grande narratore ‘cinematografico’ dei grandi teleri, ne riveli anche un aspetto ulteriore che illustra una personalità inedita, al tempo stesso giocosa e teatrale ma non immune ad una sensibilità spirituale e capace di testimoniare i caratteri fondamentali della società del suo tempo. Carpaccio è dunque un artista ‘pop’, molto più vicino al mondo contemporaneo, pur separato da noi da cinquecento anni di storia”
Se la mostra purtroppo – a differenza di quella che fu ospitata a Venezia sessant’anni fa – non ha potuto portare a Palazzo Ducale i grandi teleri di Carpaccio troppo grandi e fragili per esser spostati dalle collocazioni in cui si trovano, eccezion fatta per il ciclo smembrato e qui ricomposto della Scuola degli Albanesi, l’esposizione che apre a Palazzo Ducale è certamente un’opportunità da non lasciarsi sfuggire per scoprire un artista a torto non celebrato come tanti altri suoi contemporanei e per scoprirne l’umorismo vivace, la grande fantasia, l’originale luminosità pittorica e straordinaria capacità narrativa che riempie le scene con una moltitudine di immagini e di dettagli dove animali, uccelli, piante e luoghi paiono animarsi vorticosamente in una incessante e ricca varietà di sentimenti che ne dimostrano una insuperabile profondità spirituale e un estro originale, divertente e facile da apprezzare anche per il grande pubblico e i bambini.