Si inaugurerà il 7 ottobre 2022 alle ore 18.00 la mostra per le celebrazioni dei 120 anni dalla nascita – Carlo Levi. La famiglia, gli anni Venti – a cura di Claudia Terenzi. L’evento ha sede alla Fondazione Carlo Levi, via Ancona 21a Roma e la mostra potrà essere visitabile fino al 7 dicembre 2022.
L’esposizione presenta 28 dipinti, la maggior parte inediti o poco conosciuti e si focalizza sugli anni giovanili e l’ambiente familiare in cui si è formato l’artista. Ad arricchire la mostra, un nucleo di fotografie inedite, provenienti dal fondo fotografico della Fondazione, in dialogo con le opere pittoriche. La mostra ed il catalogo sono a cura di Claudia Terenzi; i testi in catalogo sono di Claudia Terenzi e del fratello Riccardo Levi.
Carlo Levi è un artista complesso, che ha scritto con le immagini e dipinto con le parole, inoltre ha scattato numerose fotografie ma mai considerandole, sembra, uno strumento espressivo autonomo, dimostrandosi quindi un accurato raccoglitore di scatti che hanno accompagnato tutto il suo percorso artistico, articolato alla sua biografia. Le fotografie dell’Archivio sono moltissime, delle quali 1500 sono online sul sito della Fondazione, restituendoci, da un’altra angolazione, la sua avventura umana ed intellettuale, narrata dalle numerose tele in mostra in questa imperdibile occasione.
Scrive Claudia Terenzi, nel catalogo della mostra:
- Il ritratto è uno dei temi centrali, e più prolifici, nella pittura di Carlo Levi, che con questa mostra abbiamo voluto limitare agli anni Venti, a quel lessico familiare che in questo decennio, insieme agli autoritratti, alle vedute di Torino e alla natura morta, testimonia già una complessità di fermenti e di esperienze. (…) Nelle opere di questo decennio è già evidente il passaggio da una struttura compositiva più formale, dove è la linea che modella il dipinto e ne definisce i volumi, ad un lirismo nuovo, in cui il colore, così intenso nei ritratti e autoritratti e nelle indefinite ambientazioni, non è circoscritto entro i limiti dell’immagine. Molti critici videro nei suoi esordi una chiara influenza di Casorati, che si era definitivamente stabilito a Torino nel ’18 e che Levi conobbe nel ’23, lo stesso anno in cui Gobetti, che fu il tramite della loro conoscenza, pubblicò la prima monografia dedicata all’artista novarese. Ma Levi non fece parte della scuola di Casorati, anche se, come scrive in Lo specchio: “Mi è grato dire che in un certo senso, e nel modo più vero, lo fui. Lo fui per un istante, un istante di tempo di pochi minuti … uno dei momenti più pieni, profondi … veri della nostra vita”.
Indubbiamente ogni pittore subisce una certa influenza di altri artisti, anzi si parte proprio da questo amore per la forma e lo stile di altri per poi trovare la propria originalità che è presto evidente. Considerando gli elementi delle sue composizione, l’esigenza di liberarsi entro breve tempo del ‘modellato’ per una fase nuova e ad una accezione più lirica. E’ però chiaro che la componente realistica, che troviamo nei dipinti dei primi anni Venti, si può far risalire anche al clima di ritorno all’ordine, della tradizione in Italia con Valori plastici e con l’affermazione di un nuovo realismo in Germania con la Nuova oggettività. Si cita in tal senso anche l’esperienza francese, soprattutto nei suoi viaggi tra il ’28 e il ’29, per essere all’origine di un profondo cambiamento e l’influenza su di lui dei fauves dai quali Levi ereditò quel senso del colore, così incisivo ma anche così poco naturalistico.
Prosegue Claudia Terenzi e conclude, con queste note la sua accurata analisi, che certo è impossibile riassumere:
- Negli anni Venti si passa dal colorismo naturalistico dei paesaggi torinesi del ’26 agli effetti tonali delle vedute di Parigi, dal valore costruttivo nelle nature morte e nel ritratto del padre del ’28, fino alle figurazioni quasi immateriali del ’29,’30, evocative, intimistiche, e poi, nei primi anni ’30, la forte caratterizzazione del colore in senso espressionistico, ad esaltare le pennellate ampie, pastose, quasi ‘lavorate con furia’. Argan, a proposito della pittura di Levi di quegli anni, scrive: “Sfuocati e svaniti dapprima come vecchie fotografie in cui la memoria risuscita commossa qualche tratto più amato, e poi nervosi e quasi violenti come per scuotere e trattenere un’immagine che stesse per dileguare dal ricordo”.
Segnaliamo inoltre che dal 26 luglio 2021 è ufficialmente online sul sito https://carlolevifondazione.it l’Archivio fotografico della Fondazione Carlo Levi, un fondo fotografico inedito raccolto in vita da Carlo Levi, di proprietà della Fondazione da lui creata, attualmente conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Il lavoro di valorizzazione e diffusione dell’archivio fa parte del progetto “L’archivio fotografico di un protagonista del Novecento: Carlo Levi”, a cura di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna per la Fondazione Carlo Levi, vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2020” e promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
INFO: Carlo Levi. La famiglia, gli anni Venti – Inaugurazione 7 ottobre 2022 ore 18.00alla Fondazione Carlo Levi, Via Ancona 21 – Roma – Fino al 7 dicembre 2022 – Orari: mart. – merc.- vener. 10.00 – 13.00; giov. 16.00-19.00