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Capsula Mundi, la vita oltre la morte

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Capsula Mundi, la vita oltre la morte. Il tema della morte e della decomposizione dei corpi, contrariamente a quel che si può pensare, non è affatto rimasto escluso dal dibattito sull’ecologia.

Abbiamo già parlato della tendenza a considerare la morte come fonte di vita: non più casse da morto in  ferro o zinco ma bare ecologiche in vimini, foglie di banano, alghe o cartone riciclato.

Già nel 2007 il Ministero della Sanità aveva dato il suo benestare: la cassa da morto potrà essere costruita di materiale facilmente biodegradabile ed essere usata per inumazioni o cremazioni a condizione che il deceduto non sia un malato infettivo. E’ stato il primo passo verso la creazione di alternative sempre più fantasiose ma altrettanto concrete, progetti il cui primo interesse è restituire alla morte il suo valore di rinascita.

Capsula Mundi, dalla morte un bosco

Uno dei progetti più interessanti arriva proprio dall’Italia e si chiama CAPSULA MUNDI.
Nato per promuovere la creazione di cimiteri verdi nel nostro paese, Capsula Mundi è un contenitore a forma di uovo, realizzato in un materiale totalmente biodegradabile come la plastica di amido, dentro il quale il corpo del defunto viene disposto in posizione fetale.

 

Capsula mundi 5

 

Ma questo passaggio è solo una piccola parte del grande messaggio al quale i due ideatori vogliano dar voce, ovvero trasformare la morte in fonte di vita.

L’uomo non appartiene solo alla razza umana ma alla vita del pianeta

La Capsula Mundi è come un seme nella terra; sopra la capsula infatti, viene piantato un albero, già scelto in vita dal defunto, che si nutrirà e crescerà grazie all’aiuto della decomposizione. Sarà cura dei parenti o dagli amici, far crescere  l’albero sano e rigoglioso.
Il cimitero quindi potrebbe trasformarsi in un luogo di vita: non più cemento e sovrapposizione spaziale, ma contatto con la terra fino – perchè no? – a costituire una foresta.

Un nuovo luogo deputato al culto dei progenitori: un bosco sacro.

I designer Anna Vitelli e Roul Bretzer sono gli ideatori di questo bel progetto, ai quali auguriamo molta fortuna, data anche la difficoltà di poter attuare idee così all’avanguardia, in un paese che si ostina a restare vecchio.

La legislazione a questo proposito infatti, è ancora ferma al regio decreto del 27 luglio 1934, anche se si stanno apportando delle modifiche e aggiungendo nuovi articoli per disciplinare alcune attività funerarie come la cremazione e la gestione delle ceneri.