Home Green in Action Campomarino (CB), coste a rischio. E’ allarme erosione

Campomarino (CB), coste a rischio. E’ allarme erosione

SHARE
Campomarino (CB), è allarme erosione

Erosione costiera, degrado della pineta, uso del suolo e riqualificazione, sono i temi trattati nella partecipata conferenza promossa dall’associazione “insieme per Campomarino” (Cb).

Degrado della pineta e riqualificazione

Un’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte dell’ambiente naturalistico del paesino in provincia di Campobasso che, oggi come non mai prima, deve necessariamente ripartire tenendo conto che il cambiamento climatico, l’eccessiva antropizzazione, un’edificazione non regolata, uno sviluppo non sostenibile stanno mettendo a rischio il futuro della cittadina. A partire proprio dalla pineta che costeggia i circa 20 km di costa e che solo due anni fa è stata vittima di un incendio che l’ha incenerita se pure in parte. “La pineta – sottolinea la prof.ssa Luisa Terrone, responsabile dell’area culturale dell’Associazione – un’ecosistema unico che contribuisce alla stabilizzazione delle coste è ormai uno spazio abbandonato che versa in uno stato di vero degrado”. E le stesse normative  – puntualizza  – finiscono per impedirne la riqualificazione.

Coste erose, è allarme

Riqualificazione e salvaguardia che si impongono e sono ormai assolutamente necessarie anche per i 36 Km di costa molisana a rischio erosione. A fare il punto sulla situazione costiera è la prof.ssa Carmen M. Rosskopf, docente di Geografia e Fisica e Geomorfologia dell’Università del Molise. “Dal 2007 si è perso sostanzialmente 1 Km quadrato di costa e negli ultimi 12 anni la situazione va peggiorando. L’erosione ha raggiunto il tipico paesaggio naturalistico che caratterizza ancora una parte della cittadina sul mare: le dune”.
In soli 23 anni – specifica ancora la docente – la spiaggia è aumentata di ben 60 metri e si stanno proprio perdendo questi importanti sistemi dunali che hanno non solo un valore ecologico perché conservano specie come il ginepro o il rosmarino, ma anche scientifico “nonché stabilizzante” proprio perché contribuiscono a preservare l’ambiente del luogo.

Uso del suolo e vuoti urbani

Luoghi che potrebbero riqualificarsi  – suggerisce ancora l’architetto Carmine Di Rubbia dell’associazione – con proposte di architettura urbana sostenibile. La stessa associazione, attraverso l’architetto, propone alle istituzioni che non solo venga al più presto dismesso il vecchio depuratore ma che si sopperisca ad una rete fogniaria carente con uno nuovo e suggerisce, per esempio, a ridosso delle dune la dislocazione di un parco agricolo con un lungomare pedonale che arrivi fino alla foce del Biferno ed oltre con la costruzione di un piccolo ponte per collegare le due sponde ora divise da pochissimi metri.

Il futuro è sostenibile

In sostanza, la conferenza a Campomarino Lido, ha fatto il punto sul futuro. Un futuro che dipende da un costante monitoraggio che tenga conto dell’erosione, dell’attenzione ai cambiamenti climatici, del ripristino dei flussi e dei sistemi dunali e della loro ripopolazione. Nonché di una riqualificazione urbana ed edilizia. In poche parole di un futuro che opti per un’economia sostenibile e a misura d’uomo.