Contrariamente a quanto si pensa, Camargue è una vasta zona umida abitata da aironi e fenicotteri. Questo leggendario triangolo di terra, formato dal limo depositato dal Rodano nel corso dei millenni, prima di sfociare nel Mediterraneo, è in gran parte dedicato alla coltivazione intensiva del riso. Ma la medaglia ha due facce: molte specie di piante endogene sono diventate rare man mano che le paludi del Camargue sono state utilizzate come campi di riso, dal 1960.
Camargue da salvare
Oggi, molti di questi terreni agricoli sono stati venduti o abbandonati, la loro riabilitazione è un grosso problema ambientale. “Queste terre contengono ancora residui eccessivi di fertilizzanti e pesticidi. Inoltre, specie di piante comuni, senza diritto di proprietà sono cresciute e si sono sviluppate a scapito delle piante nobili “, spiega François Mesléard, direttore di ricerca presso la Fondazione Tour du Valat – un centro di ricerca dedicato alla conservazione delle zone umide – e professore associato in un team del CNRS.
La difficoltà per gli scienziati è che non c’è spazio per ospitare tutte le specie vegetali tipiche della Camargue. Questo sembra sia anche la conseguenza della mala gestione di Vigueirat Marsh, responsabile di 1.200 ettari di zone umide di proprietà del Coastal Conservancy, denuncia ora il progetto degli ambientalisti, il Mas-Thibert (Bouches-du-Rhône), in collaborazione con ricercatori del CNRS e della Fondation de la Tour du Valat. La zona e’ stata sequestrata e data in “gestione” ai ricercatori del CNRS guidati dal prof. Francois Meslèard.
Un nuovo obiettivo: ripristinare la biodiversità
Partendo da un piccolo villaggio appartenente alla città di Arles, il Parco Naturale Regionale della Camargue, circa 30 paludi di piccole dimensioni (dieci metri quadrati) sono state create su un vecchio campo di riso in disuso. “Stiamo testando le varie regole di assemblaggio delle comunità vegetali per monitorare i loro progressi e la loro resistenza all’arrivo di specie indesiderate”, afferma Francois Mesléard.
L’obiettivo è quello di creare in un’area, di circa 70 ettari, una palude, per ripristinare la biodiversità. L’ideale sarebbe che gli scienziati possano ricostruire la zona umida paludosa chiamata Cassaïre, che possa servire ad accogliere molti uccelli acquatici che, per la scomparsa dell’habitat naturale da un lato e la caccia dall’altro, rischiano l’estinzione. Se questo esperimento dovesse avere successo, sarebbe l’inizio di una nuova rivoluzione ambientale.
La promozione della flora
“La Camargue è una zona artificiale idrologica. Oggi, i cacciatori sono presenti nella palude d’acqua poco prima della stagione di caccia, perche’? Per aiutare gli scienziati a promuove la biodiversità. Solo le specie comuni o specie invasive riescono a trovare posto e a collocarsi in quest’area, impedendo ad altre specie di farlo,rovinando al contempo la biodiversita’ della flora.” E’ tempo per noi di dimostrare che il modo meno costoso per la promozione della flora e’ quello di operare in diversi momenti dell’anno in collaborazione con i cacciatori “, sostiene Jean-Laurent Lucchesi, direttore di Friends of Marsh Vigueirat.
Ci vorranno dai tre ai cinque anni per determinare se questo sequestro, per un totale di 240.000 euro, è coerente con le ipotesi della scienza in materia di sviluppo della biodiversità.
Solo con il loro aiuto si potra’ ricreare la biodiversità che ha caratterizzato da sempre questo splendido posto.