Home C'era una volta Calci, pugni e colpi di testa in Cile

Calci, pugni e colpi di testa in Cile

SHARE

Il 30 maggio 1962 iniziano i Mondiali di Calcio che si svolgono in Cile destinati a restare nella storia del calcio, oltre che per la splendida vittoria del Brasile, per l’incontro tra i padroni di casa e l’Italia divenuto uno dei più violenti mai visti sui campi da gioco.

Una spirale di violenza

Calci, pugni e provocazioni caratterizzano l’impostazione della partita da parte dei cileni, mentre l’arbitro tollera senza battere ciglio la spirale di violenza della squadra di casa e penalizza le reazioni degli azzurri con due espulsioni. L’italiano Maschio, insultato dall’inizio alla fine della partita come traditore per aver rinnegato le sue origini sudamericane, resta in campo per tutto l’incontro con il setto nasale fratturato.

L’arbitro Aston

Nonostante Aston fosse uno degli arbitri più celebri e abili dell’epoca, il suo arbitraggio in questa partita venne in seguito ricordato soprattutto per gli errori e le sviste che condizionarono il risultato e contribuirono alla fama negativa dell’incontro. Lui stesso disse «Non stavo arbitrando una partita di calcio, facevo il giudice in un conflitto militare». Il commentatore inglese David Coleman, presentando la telecronaca registrata della partita la presentò così: «Buon pomeriggio. L’incontro a cui state per assistere è l’esibizione di calcio più stupida, spaventosa, sgradevole e vergognosa, verosimilmente, nella storia di questo sport».

 

Previous articleLupo, associazioni: “L’Italia respinga la proposta della Commissione UE”
Next articleVacanze di design in eco-strutture
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".