E’ iniziata di fronte la corte internazionale dell’Aia la causa avviata dall’Australia e sostenuta dalla Nuova Zelanda contro la caccia alle balene protratta da tempo dal Giappone e giustificata come attività di ricerca.
La causa era stata lanciata nel 2010, e l’Australia ha chiesto alla Corte di mettere fine a un’attivita’ che viola la moratoria alla caccia commerciale imposta dalla Convenzione internazionale per la regolamentazione della caccia alle balene, sostenendo che essa viene condotta in una scala che supera di molto le regole della convenzione sulla caccia a fini di ricerca.
Caccia alle balene, l’Australia contro il Giappone
Il Giappone, rappresentato dal vice ministro degli Esteri Koji Tsuruoka, giurista e diplomatico di carriera, secondo le previsioni intende contestare la giurisdizione della Corte a udire il caso, oltre a respingere l’argomento legale australiano, secondo cui la caccia contravviene al trattato globale sulla caccia alle balene. Affermerà inoltre che la sua caccia annuale e’ sostenibile.
L’Australia informa che oltre 10 mila balene sono state uccise sotto il programma ‘scientifico’ di Tokyo e vuole che i giudici revochino “ogni autorizzazione, permesso o licenza” per cacciare balene in acque antartiche. La Nuova Zelanda, che ha ottenuto il permesso di intervenire, offrirà le sue osservazioni sulla necessità di proteggere i grandi cetacei. La caccia commerciale è stata messa al bando nel 1986, ma la Norvegia e l’Islanda conducono apertamente caccia commerciale, mentre il Giappone insiste che il suo programma è puramente scientifico, pur non facendo mistero del fatto che la carne finisce sulla tavola delle famiglie e dei ristoranti.
Il governo giapponese emette ogni anno un permesso ‘scientifico’ per una quota fino a 935 balene dal rostro (minke), 50 balene azzurre e 50 megattere, ma negli ultimi anni la sua flotta ha incontrato crescente pressione degli ambientalisti, in scontri anche violenti in pieno oceano con le navi di protesta del gruppo ambientalista radicale Sea Shepherd. Nell’estate da poco conclusa, la flotta è tornata in porto con appena 103 balene Minke, il bottino finora più scarso, lamentando le azioni di disturbo di Sea Shepherd. Le udienze proseguiranno per diversi giorni, ma si attende al più presto la decisione della Corte che dovrebbe porre fine a questa strage.