Home C'era una volta Buddy Guy, un blues aggressivo tra passato e presente

Buddy Guy, un blues aggressivo tra passato e presente

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Il 30 luglio 1936 nasce a Lettsworth, in Louisiana, Buddy Guy, uno dei migliori rappresentanti del blues moderno di Chicago.

Un campione dell’aggressività verbale

Il suo stile, ricco di richiami e citazioni prese dal classico blues degli stati del Sud da cui proviene, fa di lui uno del “campioni” di quell’aggressività verbale tipica della scuola sudista. Passa l’infanzia a Baton Rouge, nei pressi di New Orleans e impara a suonare la chitarra giovanissimo poi si sposta nell’Illinois e per un po’ si stabilisce a Chicago seguendo il percorso classico dei grandi bluesmen provenienti dal sud profondo e razzista.

Il primo aiuto da Magic Sam

Proprio a Chicago viene notato da Magic Sam che lo aiuta a registrare i primi dischi grazie alla stima e soprattutto gli apre le porte dei maggiori club della città come il Theresa’s, il Curley’s Bar, il Big John’s e l’Apex Club. Alla fine degli anni Sessanta è ormai popolarissimo e vive da protagonista il rinnovato interesse per il blues dei giovani europei suonando anche al fianco dei Rolling Stones.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".