Home C'era una volta Bill Harris, un trombonista da grandi formazioni

Bill Harris, un trombonista da grandi formazioni

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Il 28 ottobre 1916 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, il trombonista Bill Harris, registrato all’anagrafe con il nome di Willard Palmer Harris.

L’esordio con Buddy Williams

Fin da ragazzo studia la tromba, il sax tenore, la batteria, la chitarra e, ancora adolescente, decide di dedicarsi al trombone. All’inizio degli anni Quaranta esordisce nell’orchestra di Buddy Williams, quindi suona con Bob Chester, Gene Krupa, Ray McKinley e Benny Goodman, dando costantemente la preferenza alle grandi formazioni. Dopo aver diretto alcuni gruppi riuniti sotto il suo nome, nel 1944 viene scritturato da Woody Herman col quale rimane fino al 1946, recando un contributo di grande rilievo a uno dei periodi migliori della band documentato in numerose registrazioni. In questo triennio si conquista una duratura e meritata popolarità.

Il più interessante trombonista bianco del periodo delle big band

La critica internazionale lo considera il più interessante trombonista bianco del periodo delle big band per la sua perfetta assimilazione del linguaggio del jazz moderno, la sonorità personalissima e sensuale caratterizzata. da frequenti glissando, il fraseggio solenne o serrato in aderenza alle diverse esigenze espressive. Successivamente Harris collabora con l’orchestra di Charlie Ventura e nel corso degli anni Cinquanta effettua delle tournée europee col gruppo viaggiante del Jazz at the Philharmonic tornando anche a suonare con Woody Herman e con Benny Goodman. Dal 1960 si dedica prevalentemente a una tranquilla attività di free-lance ritirandosi a vivere nella zona di Miami. Muore ad Hallandale, in Florida, il 19 agosto 1973.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".