A partire da giugno, con la riapertura nazionale delle attività commerciali, dei luoghi di lavoro e con la possibilità di poter nuovamente circolare liberamente, gli italiani si sono chiesti quali mezzi di trasporto scegliere per spostarsi senza dover rinunciare alla sicurezza e al distanziamento. Il Coronavirus ha radicalmente cambiato la mobilità pubblica e privata in tutto il mondo: il servizio di treni, autobus e metropolitane è stato radicalmente modificato, riducendo la capienza massima delle vetture, le amministrazioni hanno creato nuove piste ciclabili, la viabilità delle città è stata modificata per lasciare spazio alle attività di ristorazione all’aperto e molti cittadini hanno optato per un mezzo privato alternativo, il tutto per garantire il distanziamento sociale e il rispetto delle norme vigenti.
Italiani ed ecologia, cresce l’interesse durante la quarantena
La Data Science Company Weborama, grazie a strumenti innovativi di analisi dei dati, ha esaminato i contenuti letti dagli utenti sul web per stabilire se gli italiani vorranno e sapranno conciliare l’esigenza di distanziamento e di sicurezza con una scelta green, partendo proprio da mezzi di mobilità dolce come biciclette, monopattini elettrici e servizi di vehicle sharing.
I risultati emersi dall’analisi mostrano come la tendenza verso la transizione ecologica sia ormai radicata nella mente degli italiani e sia stata solo leggermente rallentata dall’emergenza sanitaria e dal confinamento. Infatti la percentuale di popolazione che all’inizio dell’anno risultava interessata all’ecologia e alla mobilità a basso impatto era sensibilmente maggiore rispetto alla primavera 2019 (12.6 vs. 10.9), salvo poi registrare una caduta in picchiata a partire dalla settimana del 24 febbraio, complici una conversazione pubblica monopolizzata dal tema della pandemia e dall’effetto psicologico di una minaccia nuova ed immediata che ha per qualche tempo spento l’interesse verso tutte le questioni non direttamente legate all’emergenza in corso. Già dalla metà di marzo 2020, però, la tendenza si è invertita ed è iniziata una lenta ma inesorabile crescita che è culminata con le riaperture della cosiddetta Fase 3, a giugno, quando la percentuale di popolazione sensibile a questi temi è arrivata a raddoppiare rispetto ai primi mesi dell’anno.
I settori che hanno trainato l’interesse degli Italiani sono l’ecologia in senso lato ed il risparmio energetico, segno che la sensibilità ambientale dei cittadini si è tradotta, in questi mesi di forzata immobilità, in attenzione verso l’ottimizzazione e la riduzione dei consumi energetici.
L’interesse per bici e monopattini, bonus mobilità e sharing nelle varie regioni d’Italia
Sempre secondo la ricerca condotta da Weborama, nel 2019 poco più del 5% della popolazione italiana risultava interessata al tema della mobilità dolce e a basso impatto. Nel maggio del 2020 la percentuale è salita al 15%, complici forse il bonus mobilità istituito dal Governo e l’arrivo della bella stagione. Grazie agli strumenti della Data Science Company è stato possibile anche individuare le aree geografiche in cui si è registrata questa impennata in relazione a tre categorie: mobilità dolce, incentivi mobilità e vehicle sharing.
La distribuzione dei cittadini del Bel Paese interessati al tema della mobilità dolce – ad esempio biciclette a pedalata assistita e monopattini elettrici – rispecchia quella della popolazione italiana, con picchi nelle regioni più popolate come Lombardia (34% del totale), Lazio (13%) e Campania (7.5%). In termini di percentuale di persone interessate rispetto alla popolazione, però, è singolare notare come le regioni con i valori più alti siano quelle del Triveneto e del Centro, dove tradizionalmente la mobilità ciclabile è più sviluppata rispetto alle aree metropolitane*. Tenendo conto di una media nazionale dell’1,5%, in Toscana ad essere interessati a biciclette e monopattini sono l’1,9% dei cittadini mentre in Emilia-Romagna la percentuale è dell’1,8%. Risalendo verso Nord il Trentino Alto Adige tocca il 2% (il dato più alto a livello nazionale) mentre il Veneto si attesta sull’1,7%. Degni di nota anche i casi di Liguria (1.6%) e Basilicata (1.9%), regioni in cui l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano è tra i più bassi d’Italia*, segno forse di un cambiamento incipiente nella mentalità dei cittadini.
Il dato sull’interesse verso gli incentivi come il bonus mobilità mostra una distribuzione ancora più interessante se si considera la percentuale di persone interessate in ciascuna regione. Con un dato medio nazionale dello 0.5%, i picchi si riscontrano in Abruzzo (0.8%), Umbria (0.7%), Sardegna (0.63%) e di nuovo Basilicata con lo 0.62%, seguite da Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Marche tutte con un interesse par allo 0.6%. È da segnalare che le quattro regioni che hanno registrato il maggior interesse per il bonus mobilità sono inoltre tra le più basse per quanto riguarda i dati di utilizzo quotidiano della bicicletta* e che di queste solamente l’Umbria ha un dato sopra la media nazionale di residenti in città con oltre 50.000 abitanti, una delle condizioni indicate nel bonus mobilità per essere destinatari dell’incentivo.
Per quanto riguarda i servizi di vehicle sharing siano essi dedicati a auto, biciclette, monopattini e scooter, il dato mostra un interesse ancora molto basso in tutta la penisola, ad eccezione delle aree cittadine in cui i servizi di sharing sono già attivi e sono entrati nella quotidianità degli utenti.
I dati raccolti e analizzati da Weborama mediante l’analisi semantica dei documenti pubblici disponibili online e dei contenuti presenti sul web sono aggiornati giugno 2020 e totalmente conformi al GDPR