Home C'era una volta Bernard Flood, un trombettista irrequieto

Bernard Flood, un trombettista irrequieto

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Il 16 dicembre 1907 a Montgomery, in Alabama nasce il trombettista Bernard Flood. Dopo aver studiato musica al Tuskegee Institute di Atlanta inizia a suonare professionalmente nel 1930 con la band di Bobby Neal.

Un’attività intensa

Nel corso di tutti gli anni Trenta la sua attività è particolarmente intensa. Nel 1931, infatti, entra a far parte dell’ensemble di Fess Williams che lascia nel 1933 per unirsi alla band di Teddy Hill. Dopo un’esperienza con Chick Webb e Luis Russell nel 1936 suona nel gruppo di Charlie Johnson e l’anno dopo si unisce alla band di Edgar Hayes. Nei primi mesi del 1939 Louis Armstrong gli chiede di entrare nell’organico della propria orchestra in sostituzione di Otis Johnson. Bernard accetta e ha così l’occasione di partecipare a diverse sedute di incisione per la Decca. Nel 1941 suona con Jimmy Reynold e dopo un ritorno di fiamma per l’orchestra di Armstrong durato dal 1942 al 1943, si unisce alla band di Louis Russell e successivamente entra a far parte della grande orchestra di Duke Ellington.

Dopo Duke la scelta di mettersi in proprio

La sua permanenza con il Duke non è lunghissima ma gli consente di partecipare alla storia serie delle registrazioni che si svolgono dal gennaio al marzo del 1946, compresa quella realizzata con l’unione delle orchestre di Duke Ellington e Woody Herman che produce, tra l’altro, la famosissima versione di The C Jam Blues incisa sui V-Disc. Irrequieto e instancabile sperimentatore chiusa l’esperienza con Ellington forma una propria orchestra che mantiene in attività per diversi anni con moltissimi cambiamenti d’organico. A partire dalla metà degli anni Cinquanta le evoluzioni del jazz non lo convincono per cui decide di smettere. Prima di ritirarsi dalle scene musicali però suona per qualche tempo insieme al tenorsassofonista Happy Cauldwell.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".