Home C'era una volta Barry Harris, il pianista del be bop

Barry Harris, il pianista del be bop

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Il 15 dicembre 1929 nasce a Detroit, in Michigan, il pianista Barry Harris, il cui nome completo è Barry Doyle Harris.

L’incontro con il bop

Barry inizia a suonare fin da giovanissimo. A soli quattro anni si esibisce al piano nella chiesa dove sua madre suona regolarmente. Continua suonare in chiesa e a prendere lezioni di piano dalla madre fino al 1946, suo ultimo anno di scuola superiore a Detroit. Secondo quanto raccontato da lui stesso a quest’epoca risale il suo incontro con il bop, prima come componente di un gruppo amatoriale e poi in una formazione di semiprofessionisti con cui si esibisce in diversi locali da ballo. Il 1951 segna il passaggio definitivo al professionismo. Dal 1954 è pianista al Bluebird Club di Detroit dove lavora con molti famosi jazzmen di passaggio tra i quali c’è anche Miles Davis con cui suona per circa tre mesi. Nel 1956, dopo il tragico incidente che costa la vita al trombettista Clifford Brown e al pianista Richie Powell, rimpiazza lo stesso Powell nel gruppo di Max Roach, con cui effettua una breve tournée. Dopo solo pochi mesi però decide di tornare nella città natale e diventa il pianista fisso della Rouge Lounge.

Una leggenda

Alla fine degli anni Cinquanta suona con alcune stelle di prima grandezza del jazz quali Lee Konitz, Lester Young, Roy Eldridge e Ben Webster. Nonostante Barry non abbia ancora quasi mai lasciato Detroit – eccezion fatta per la breve tournée con Max Roach e alcune sedute di incisione a New York e Chicago – la sua fama si diffonde in maniera sorprendente. Così, all’inizio degli anni Sessanta, Harris si ritrova a essere una specie di leggenda vivente nel mondo del jazz. Nel 1960 Cannonball Adderley lo chiama a far parte del suo nuovo quintetto, ma dopo pochi mesi, Harris si accorge che il suo stile non si adatta molto a quello del gruppo e così lascia la formazione. Successivamente il pianista decide di stabilirsi definitivamente a New York dando vita a un proprio trio con cui si esibisce in numerosi club. Stilisticamente Harris si riallaccia direttamente alla musica dì Parker, Monk, Dameron, Powell, anche se non gli si può non riconoscere una certa originalità specie come compositore. Muore l’8 dicembre 2021.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".