Le colonnine per ricaricare le auto elettriche diventano universali. La novità è inserita nella manovrina, tra gli emendamenti che hanno avuto il via libera.
Auto elettriche, la ricarica diventa universale
Le colonnine, sia pubbliche che private, per la ricarica delle auto elettriche dovranno rispettare degli standard minimi di interoperabilità, in modo da essere compatibili con la maggior parte dei veicoli. Ad identificare i criteri base, gli standard minimi per le colonnine, sarà ‘il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica’.
Auto elettriche, in Italia avranno una diffusione veloce nei prossimi due anni
Del resto, anche in Italia, le auto elettriche, secondo quanto riporta l’ultima analisi diffusa da Enel, avranno una “diffusione veloce”. Per questo anche Enel si sta impegnando per completare nel prossimo biennio l’infrastruttura di ricarica necessaria, in un contesto in cui i principali costruttori auto si sono mossi insieme, anche se con l’eccezione di Fca. “Adesso l’auto elettrica ha raggiunto una maturità economica e tecnologica tale per cui il tema non può più essere portato indietro”, quindi “abbiamo un paio di anni per mettere giù l’infrastruttura di ricarica”, ha dichiarato l’Ad Starace. Le case auto, infatti, “si sono mosse tutte insieme, con qualche eccezione” tra cui Fca, “perché sanno che è ineludibile” e “un produttore che non ha modelli elettrici tra 2-3 anni avrà un serio problema di competitività”. L’Italia però, ha sottolineato l’ad di Enel, ha un “tessuto industriale che sta già lavorando”.
L’auto elettrica sta raggiungendo un livello di maturità tecnologica tale da diventare interessante per i consumatori, con modelli auto di diverse case che nel 2018 avranno batterie con un’autonomia da 500-600 chilometri. E proprio su questo anche Enel è già attiva in progetti in Italia, Spagna e altre parti del mondo. E proprio in Italia, come dimostrano le 100 storie raccolte nel volume di Enel e Symbola, “ci sono tante aziende che già lavorano sulla mobilità elettrica”, mentre a livello delle infrastrutture “l’Italia è più o meno al livello degli altri Paesi, cioè indietro, e per questo”, ha sottolineato Starace, “il nostro compito è di far sì che questa infrastruttura sia pronta in un paio di anni in modo che non ci siano ostacoli a quello che succederà nei prossimi due anni, ovvero la diffusione veloce dei veicoli elettrici”.