Home C'era una volta Attila Zoller, la chitarra vagabonda del jazz europeo

Attila Zoller, la chitarra vagabonda del jazz europeo

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Il 13 giugno 1927 a Visegrad, in Ungheria, nasce il chitarrista Attila Zoller, registrato all’anagrafe con il nome di Attila Cornelius Zoller.

La prima esperienza con Vera Auer

Nato in una famiglia particolarmente sensibile alla musica riceve le prime lezioni di violino dal padre all’età di quattro anni e a nove si accosta alla tromba. Più tardi entra a far parte dell’orchestra sinfonica della scuola e, terminata la seconda guerra mondiale, inizia a esibirsi in vari locali di Budapest in qualità di chitarrista. Nel 1948 si trasferisce a Vienna dove entra a far parte del gruppo di Vera Auer, con la quale resta fino al 1954. Lasciata l’Austria si sposta poi in Germania dove inizialmente collabora con Jutta Hipp e in seguito con Hans Koller. In quel periodo ha anche modo di suonare con vari solisti statunitensi di passaggio in Germania quali Bud Shank, Bob Cooper, Oscar Pettiford e altri.

L’influenza di Django e altri

Fondamentalmente vagabondo e restìo a fermarsi a lungo nello stesso posto, nel 1959 si trasferisce negli Stati Uniti e si iscrive alla School of Jazz di Lenox. Nel 1962 viene scritturato dal flautista Herbie Manncon il quale resta fino al 1965, costituendo poi un proprio gruppo che partecipa anche all’edizione del 1965 del festival del jazz di Newport. L’anno seguente suona con Red Nervo e nel 1967 con Benny Goodman, continuando contemporaneamente a esibirsi con la propria formazione. Nel 1970 va in tournée in Giappone al fianco di Astrud Gilberto e nel 1971 collabora con altri due noti chitarristi: Jim Hall e Kenny Burrell. Dal punto di vista stilistico è influenzato tra gli altri da Django Reinhardt, Charlie Christian, Jim Hall, Kenny Burrell e dimostra di possedere buone doti di originalità. Muore il 25 gennaio 1998.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".