Invito a gite domenicali all’insegna della bellezza del paesaggio e della cultura, “alla ricerca dei libri perduti” come è citato nella locandina. L’evento di domenica 23 febbraio alle ore 11 riguarda una conferenza su I Fiori del Male di Charles Baudelaire.
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Questa “Ricerca” consiste in una serie di iniziative letterarie al Monastero delle Clarisse Eremite di Fara in Sabina, un progetto culturale iniziato due anni fa e scaturito dalla collaborazione tra le Clarisse del monastero farense e il professor Marco Testi, esperto di letterature comparate, dei rapporti letteratura-arte e critico letterario su importanti testate.
L’elemento fondante di questa iniziativa, che sta conoscendo un rilevante successo di pubblico, è proprio la riscoperta di importanti opere letterarie del passato, opere sconosciute a molti o dimenticate, che però conservano ancora profonde radici di senso. Sono opere spesso anche conosciute. ma da approfondire, e riscoprire sotto una nuova luce che le inquadrino nella storia, ma con riferimenti alla cultura del presente, soprattutto anche quando, come in questo caso, il legame tra letteratura e fede sembra essere assente se non antagonista. La ricerca di senso infatti emerge proprio nei momenti di crisi e smarrimento, là dove sembrano regnare il buio e la disperazione, lo insegnano anche Paolo di Tarso e Agostino d’Ippona. È per questo che il professor Testi parlerà di un’opera, I fiori del male, che fu condannata nel 1857 proprio per essere contro la morale di allora.
Nei suoi articoli su Baudelaire, Testi ha messo sempre in evidenza la ricerca di un senso della vita, attraverso le occulte strade della città tentacolare, dopo aver subito quello che Walter Benjamin ha chiamato lo “choc metropolitano”. La città che lentamente divora la campagna, si rivela al poeta come luogo di perdizione, prostituzione e lussuria, solitudine, droghe, vagabondaggio, ma anche affascinante visione, sprofondamento negli abissi dell’essere, ricerca contraddittoria di luce nel buio. E proprio per questo che alcune pagine di questo libro, nelle quali si intravede la rivelazione di quel senso finale, sono ancor più incredibili, visto la generale consapevolezza dell’atteggiamento di scetticismo, talvolta blasfemo del poeta. I fiori del male infatti segnano invece l’inizio della modernità perché rappresentano la prima poesia moderna, quella che fa i conti salati con la cosiddetta civilizzazione. Non più la città ideale di tanta utopia, ma quella reale, fatta di solitudine, assenzio, alcool, eros a pagamento, ma anche ricerca di una luce o di qualcosa o qualcuno che mostri la strada.
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Un ulteriore elemento di fascino di queste iniziative e del Progetto di Marco Testi dal titolo “L’aperitivo culturale in monastero”, è il territorio stesso. Un antico monastero, in un luogo prima distrutto e poi ricostruito dai Longobardi, che presenta interessanti stratificazioni nel corso dei secoli ed un panorama unico. Dalle sue mura è possibile vedere un paesaggio a 360 gradi su gran parte della Sabina, del Soratte, dei Cornicolani e del Terminillo. E’ possibile inoltre prenotare il pranzo e ovviamente l’aperitivo, poi nel pomeriggio, per chi lo richiedesse prenotandosi ai numeri indicati, è possibile visitare con una guida, i sotterranei del monastero, dove sono visibili le testimonianze del passaggio del tempo e degli eventi, tombe ed anche mummie naturali di religiose, esposte con l’autorizzazione degli enti competenti.
Ma è soprattutto questa comunione tra luoghi storici, fede, arte e letteratura che fa degli incontri dell’ “Aperitivo Culturale” un unicum nel suo genere, Non è un caso che a questi incontri partecipino persone provenienti da molto lontano, ulteriore occasione di convivialità e reciproca conoscenza sarà un pranzo comune dentro le mura medievali del monastero, previa apposita prenotazione.
Dopo quella su I Fiori del male il professor Testi terrà altre conferenze, alle ore 11 nell’ ultima domenica di ogni mese.
Più precisamente:
30 marzo 2025: Le cure domestiche di Marilynne Robinson;
27 aprile: Elizabeth Costello di John M. Coetzee;
25 maggio: I Canti orfici di Dino Campana;
29 giugno: le Poesie di Clemente Rebora.
Per info si può contattare il numero 380.7937055 – https://www.clarisseremite.com/
Il monastero delle Clarisse Eremite si trova in via IV novembre, 1, a Fara in Sabina, (Ri).
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Marco Testi è storico della letteratura e critico letterario: si interessa dei rapporti tra la letteratura, arte e la cultura in alcuni periodi storici. Insegna in una facoltà collegata con la Pontificia Università Lateranense e scrive sulle pagine culturali dell’agenzia stampa della Cei, “Sir”, la rivista dell’AC italiana “Segno”, “La Civiltà cattolica”, “Fili d’aquilone”, “L’Osservatore Romano”, “Il Messaggero”. Ha realizzato mostre ed edito libri tradotti in altre lingue sui rapporti tra letteratura, arti figurative e spirito del tempo tra Otto e Novecento, come Una città come mito, (2000).
È stato insignito del premio Ettore Roesler Franz nel 2019 proprio per il suo lavoro di ricerca dei rapporti tra arte, letteratura e cultura, soprattutto attraverso l’opera del pittore della Roma Sparita. Proprio sui rapporti letteratura-arte ha scritto nel 2007 Altri piani, altre valli, altre montagne. La deformazione dello spazio narrato in Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi. Sui profondi legami tra cultura e letteratura tra fine Ottocento e Novecento sono usciti anche Frammenti d’occidente, Sentieri nascosti e nel 2021 La cura. Il libro come salvezza dalla solitudine e dalla paura, libro che ha avuto una notevole rilevanza mediatica per il suo proporre (la prefazione è dello psicoterapeuta Tonino Cantelmi) la lettura come salvezza in un momento come questo dell’attualità presente, di isolamento e paura dell’altro. Suoi sono anche il romanzo Risvegli ed il recentissimo La cetra e la penna, che indaga i rapporti tra poesia e letteratura.
Ha pubblicato anche libri sul romanzo storico, e sul rapporto tra rivoluzione francese e letteratura. Suo è anche un ampio studio sulla poesia di Camillo Sbarbaro.