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Annarita Serra propone l’Arte della consapevolezza

ANNARITA SERRA NEL SUO STUDIO

Avevo due sogni nella vita: lavorare con l’arte e salvare il mare – Questo è quanto afferma l’artista Annarita Serra che dal 2006 ha cambiato la sua vita e la sua carriera, passando da una professione redditizia nel campo del Marketing al seguire infine la passione per l’arte ed il desiderio di creare consapevolezza nel mondo sul problema della plastica che, come sappiamo, è penetrata nell’ambiente in maniera massiccia ed irreversibile.

Nata in Sardegna si è trasferita poi a Milano con la famiglia, ma l’arte è stata da sempre la sua scelta. Ha frequentato infatti il liceo artistico e poi dopo la sua iscrizione all’università, più precisamente alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, ha dovuto interrompere gli studi per aiutare la famiglia con la stabilità di un impiego redditizio. In seguito però, ritornando sulle spiagge della sua bellissima isola, qualcosa in lei si è ribellato vedendole invase dopo le mareggiate, non più da tronchi d’albero e conchiglie, ma da ogni tipo di materia plastica. Ha cominciato così a raccoglierla in grandi sacchi, lavandola e dividendola per colore, poi l’ha portata a Milano ed ha cominciato ad assemblare questi pezzi con viti, chiodi e colle, creando delle immagini assai significative.

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Infine un giorno, su consiglio di un’amica, ha deciso di mandare alcune delle sue creazioni a una galleria d’arte ad Aix-en-Provence in Francia. In questo modo arriva il successo; le opere vengono vendute in poco tempo ed arrivano richieste anche da altri Paesi. Nel 2006 partecipa a Jungla Urbana Carrè d’Artistes a Barcellona e nel 2007 a C’era una volta un Tubo, Obyartstudio e Riciclarte, Il Mercatino di p.zza Amati a Milano.
Oggi è un’artista assai apprezzata e per citare le sue attività solo del 2019 possiamo citare; Recyclart – Mostra Personale Itinerante – Lago di Garda, il Posidonia Green Festival a Recco, la partecipazione ad Ambientarti Spazio Arte Tolomeo Milano ed al Bam Today Tour Fonderie Teatrali Limone Moncalieri Torino. La sua abilità artistica è evidente ed il suo programma d’intenti è completamente coinvolto nel riprodurre, con la plastica riciclata, i volti delle icone più famose che in qualche modo attirano l’attenzione dello spettatore. Allora l’artista commenta – Quando si avvicinano e capiscono che il quadro è interamente realizzato con i rifiuti rimangono a bocca aperta, ed io sono lì a spiegargli che il mare è pieno di questa plastica.

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Considerando che il suo repertorio artistico è vario, infatti passa dall’astratto all’informale e ad una ritrattistica che si potrebbe chiamare L’ombra della Pop Art, soprattutto Andy Warhol, bisogna considerare che la situazione oggi dell’arte è assai complessa e marginalizzata, rispetto alla quale gli artisti sono costretti ad essere i committenti di se stessi, mentre il mondo stesso è in grave pericolo ed ha bisogno di consapevolezza e di aiuto. Allora ben vengano gli artisti che si fanno carico di questa richiesta e di questo grido di aiuto che sale dalle nostre terre desertificate, dal mare malato, dalle città abbandonate all’incuria ed all’anomia.

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Una bellezza che sorge dal disastro ed è portatrice di una sottile ma intensa denuncia che può portare alla consapevolezza anche i più refrattari abitanti di questo Pianeta.Come abbiamo detto l’artista lavora nella sua casa milanese e poi scappa in Sardegna, soprattutto ogni inverno dove a Piscinas adesso la riconoscono e qualcuno la aiuta nella sua lotta contro la plastica in mare … Il suo lavoro dunque non è stato inutile, così commenta lei stessa – Avevo due sogni nella mia vita: lavorare con l’arte e salvare il mare. Ho scoperto negli anni, che uno dei due mi aiuta a realizzare l’atro, che l’arte mi aiuta a salvare il mare. So che lo sto facendo perché oggi, dopo vent’anni, non sono più sola –

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Ci preme sottolineare che non solo Annarita è diventata una dei primi artisti ad occuparsi della sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento causato dalla plastica, ma che ha continuato in questa sua impresa comprendendo nei materiali da lei utilizzati, anche componenti elettronici come schede madri e tasti del computer dando vita alle RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), tanto che nel 2015 Annarita è fra i protagonisti del progetto europeo per la gestione dei rifiuti hi-tech: i Weenmodels.

 

Molto altro su di lei si può trovare collegandosi al sito – www.annaritaserra.com.

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