Daily Green continua senza sosta il suo viaggio all’interno del mondo della piccola e media editoria italiana e questa volta è andata a intervistare Andrea Malabaila, fondatore e direttore di Las Vegas edizioni chiedendogli di raccontare i primi passi del marchio torinese, della sua attività presente tra crisi di vendite e ristagno degli e-book e dei suoi progetti per il prossimo futuro.
Andrea Malabaila (Las Vegas edizioni) ci parla dei suoi progetti editoriali
Andrea, benvenuto sulle pagine di Daily Green. La prima domanda che volevo rivolgerti era riguardo la nascita della casa editrice Las Vegas. Quand’è venuta l’idea di fondarla?
Era un progetto che covavo da tempo ma l’idea di provarci mi è venuta all’inizio del 2007. Mi sono iscritto al MIP – Mettersi in Proprio – qui a Torino e sono stato seguito da una tutor per redigere il business plan che è stato poi approvato dalla Regione. E così, a fine 2007, ero pronto a partire.
Qual è il progetto editoriale sul quale si fonda Las Vegas?
Noi cerchiamo innanzitutto belle storie e scrittori che abbiano una voce propria, personale. All’inizio avevamo soltanto una collana di narrativa generale. Col tempo ne sono nate altre due: una di narrativa per giovani adulti e una di varia, a metà tra fiction e non-fiction.
Dal sito della casa editrice leggo testualmente: “Abbiamo una visione anti-snob della letteratura. Crediamo che uno dei compiti di un editore sia quello di avvicinare la gente ai libri, non di allontanarla facendole credere di non essere all’altezza. A Las Vegas tolleriamo tutto, ma non le torri d’avorio”. Vuoi dirci di più?
Ci si lamenta sempre che in Italia si legge poco, che non ci sono politiche specifiche per aiutare la lettura e l’editoria; poi però si vedono un sacco di “intellettuali” che continuano a pensare che il libro sia un oggetto per pochi eletti. E quando un lettore in erba si avvicina ai libri, subito viene bersagliato dalle critiche perché inizia da Fabio Volo e non da Marcel Proust. Anche se magari è solo un ragazzino. Credo che invece i lettori andrebbero incoraggiati, poi è ovvio che ognuno seguirà il proprio percorso: alcuni si fermeranno ai libri di consumo, ma tanti altri avranno modo di scoprire che c’è un mondo oltre i best-seller del momento. In questo senso, anche la scuola ha le sue colpe. Almeno all’inizio i libri devono essere innanzitutto una fonte di divertimento. Il resto, poi, verrà da sé. L’idea di chiamare la casa editrice con il nome della città americana di Las Vegas non viene immediatamente associata ai libri e alla cultura e da qui nasce proprio questa riflessione: buttiamo giù questa maledetta torre d’avorio!
Nel corso di questi anni avete pubblicato diversi libri interessanti. A tuo avviso, quali sono i titoli di punta di Las Vegas e quali le novità sulle quali state spendendo le vostre fiches?
Prima di tutto noi cerchiamo di tenere vivo tutto il nostro catalogo. Se possiamo, cerchiamo di riproporre anche i titoli più vecchi, convinti come siamo che le belle storie non abbiano una data di scadenza. Poi è ovvio che ci sono libri che hanno più successo e altri meno. I fattori sono tanti e vanno dal titolo alla copertina, dall’impegno promozionale dell’autore al caso. Il nostro best-seller delle ultime stagioni è I romagnoli ammazzano al mercoledì di Davide Bacchilega che, soprattutto in Emilia-Romagna, continua a essere ordinato. Ma ha avuto un buon riscontro anche Prendi la DeLorean e scappa, un’antologia di racconti ispirati alla saga di Ritorno al futuro. E in generale stiamo puntando parecchio, anche come numero di uscite, sulla collana di varia, con titoli come Ho sposato mia suocera di Stefano Grimaldi, Dietro la scena del crimine di Cristina Brondoni e i due di Gianluca Mercadante, Caro scrittore in erba… e Caro lettore in erba…, quest’ultimo peraltro approfondisce proprio il discorso sulla lettura che facevamo prima.
Da operatore del settore, non posso non chiedere all’editore di Las Vegas un parere sullo stato attuale dell’editoria italiana e la tua posizione sugli e-book e il digitale.
Lo stato attuale è abbastanza desolante. Noi siamo nati con l’inizio della crisi per cui non abbiamo mai visto i “grandi numeri”, ma chi c’era prima di noi ci racconta che negli ultimi anni le cifre sono crollate. Un po’ per la moltiplicazione dei titoli in libreria, un po’ per la monopolizzazione degli spazi da parte dei grandi editori e un po’ per il timore diffuso tra i librai di ordinare libri che non sono sicuri di vendere. Eppure ogni giorno nascono nuove case editrici, a riprova del fatto che la passione in questo campo non manca. C’è da aggiungere però che molte sono costrette a chiudere dopo poco tempo, forse sottovalutando le difficoltà. E lo dico a ragion veduta perché all’inizio le avevamo un po’ sottovalutate anche noi di Las Vegas. Per quanto riguarda gli e-book, noi siamo stati tra i primi a convertire il nostro catalogo in digitale e siamo molto attenti a tutte le novità che potrebbero sparigliare le carte e i giochi di forza tra grandi e piccoli editori. C’è da dire però che gli e-book, dopo un periodo in cui sembravano dover conquistare il mercato e mandare in pensione la carta, stanno già regredendo nelle vendite pure negli USA. A dimostrazione del fatto che il futuro non lo può prevedere nessuno e che il digitale probabilmente si affermerà in forme diverse da quelle che oggi conosciamo o immaginiamo.
Quali progetti sta allestendo Las Vegas per il prossimo futuro?
Stiamo già pensando a maggio e al Salone del Libro di Torino, in cui, come sempre, saremo insieme agli altri NEI – Nuovi Editori Indipendenti (con noi ci sono Intermezzi, Miraggi e Neo). Poi abbiamo una novità in preparazione, sempre per la collana di varia: Non sparate sul regista, in cui Simone Cerri fa una divertente carrellata dei luoghi comuni del cinema americano. E poi altre cose, ma è prematuro parlarne.
Foto tratta dal sito blog.store.streetlib.com