No, non si può proprio essere ottimisti sul futuro del pianeta: anche la plastica biodegradabile, una delle poche certezze della ricerca moderna infatti, inquina. Bottiglie e sacchetti di nuova generazione sono ancora fonte di pericolo soprattutto per il mare. Lo dice, in una intervista, un’esperta Onu.
Il falso mito della plastica biodegradabile
La plastica, anche quella biodegradabile, con cui sono realizzzate le bottiglie e sacchetti ecofriendly, inquina: questo quanto affermato, in occasione dell’Assemblea Onu dell’Ambiente in corso a Nairobi, dal capo dei ricercatori dell’UNEP (agenzia dell’Onu per l’ambiente), in una intervista al quotidiano britannico Guardian.
Nell’intervista, Jacqueline McGlade, spiega che questo tipo di plastica, nata per risolvere il problema del suo impatto sull’ambiente, non ha raggiunto il risultato che si sperava: “La plastica etichettata biodegradabile, come ad esempio le borse per la spesa, sono in grado di dissolversi solo a 50 ° C, temperature inarrivabili in oceano. Inoltre, per loro natura affondano e quindi non restano esposte ai raggi e al calore del sole per potersi sciogliere”.
McGlade ha aggiunto: “Abbiamo rilevato questa plastica anche in luoghi lontani come le isole Chagos (Oceano Indiano)“
Un rapporto delle Nazioni Unite ha inoltre reso noto che, solo nel 2014, sono state prodotte più di 300milioni di tonnellate di plastica e che, se il ritmo resta lo stesso, si prevede di raggiungere circa 2 miliardi di tonnellate di rifiuti plastici entro il 2050. La cifra non è ovviamente certa perchè tutto dipenderà dalle soluzioni che si metteranno in atto in un futuro, ma il rapporto ha concluso che: “i detriti di plastica nel mare sono ormai onnipresenti.”
La plastica aiuta la riproduzione delle meduse
La plastica inoltre, influisce negativamente sull’ecosistema marino: solo per fare un esempio le meduse utilizzano proprio la plastica come habitat, perchè ciò permette loro di riprodursi più facilmente. La diffusione delle meduse non è affatto considerata una buona notizia: esse si nutrono infatti di grandi quantità di plancton, e quindi l’eccessiva riproduzione toglie cibo ad altri pesci e ad altra vita marina.
Per la ricercatrice non c’è altra soluzione che ridurre o eliminare l’inquinamento da plastica aumentando la raccolta differenziata e il riciclo, soprattutto nei paesi più poveri.