Ambiente Ue,Italia in ritardo su zone speciali conservazione
giovedì 22 ottobre 2015
Aperta procedura d’infrazione
(ANSA) – BRUXELLES, 22 OTT – Le Regioni italiane sono in ritardo sulle zone speciali di conservazione ambientale. E’ il monito rivolto all’Italia dalla commissione Ue, che ha aperto nei suoi confronti come in quelli di altri stati membri ugualmente ritardatari una procedura d’infrazione per il mancato
rispetto della direttiva Habitat.
In base a questa, gli stati membri avevano l’obbligo di identificare i siti ambientali di interesse comunitario (Sic), che le Regioni a loro volta avevano l’obbligo entro sei anni di designare con zone speciali di conservazione (Zsc) e quindi procedere all’identificazione delle relative misure di tutela.
In Italia, però, questo è avvenuto solo per il 20% dei siti designati, lasciandone ‘scoperti’ circa 1.880 su 2.280, pari all’80%. Inoltre ci sono ancora 566 siti di interesse comunitario sprovvisti di misure di conservazione, mentre molti altri le hanno ma senza la designazione completa di zone speciali di conservazione.
(ANSA) – BRUXELLES, 22 OTT – Le Regioni italiane sono in ritardo sulle zone speciali di conservazione ambientale. E’ il monito rivolto all’Italia dalla commissione Ue, che ha aperto nei suoi confronti come in quelli di altri stati membri ugualmente ritardatari una procedura d’infrazione per il mancato
rispetto della direttiva Habitat.
In base a questa, gli stati membri avevano l’obbligo di identificare i siti ambientali di interesse comunitario (Sic), che le Regioni a loro volta avevano l’obbligo entro sei anni di designare con zone speciali di conservazione (Zsc) e quindi procedere all’identificazione delle relative misure di tutela.
In Italia, però, questo è avvenuto solo per il 20% dei siti designati, lasciandone ‘scoperti’ circa 1.880 su 2.280, pari all’80%. Inoltre ci sono ancora 566 siti di interesse comunitario sprovvisti di misure di conservazione, mentre molti altri le hanno ma senza la designazione completa di zone speciali di conservazione.
Da qui la decisione di Bruxelles di inviare una lettera di messa in mora all’Italia.