Home C'era una volta Alvino Rey, una chitarra amplificata dagli effetti inusitati

Alvino Rey, una chitarra amplificata dagli effetti inusitati

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Il 1° luglio 1911 nasce a Oakland, in California, il chitarrista e direttore d’orchestra Alvino Rey, il cui nome all’anagrafe è Alvin McBurney.

Uno stile unico

Alvino inizia a suonare da professionista a Cleveland come chitarrista ritmico e inizialmente viene influenzato da Eddie Lang. Tra il 1930 e il 1931 fa parte della dance band di Phil Spitalny. Dopo un periodo trascorso come musicista di studio presso la National Broadcasting Company a San Francisco, nel 1934 entra nell’orchestra del band leader californiano Horace Heidt. Proprio in questo gruppo matura il suo stile distintivo adottando una chitarra con amplificazione elettrica e traendone effetti per l’epoca inusitati mediante complicate alchimie sonore. Forma la sua prima orchestra nel 1938 a Los Angeles e con essa si esibisce in una locale stazione radio utilizzando gli arrangiamenti di Frank DeVol e servendosi del brillante clarinettista swing Skeets Herfurt.

L’innovazione della chitarra elettrica

Con la sua orchestra prende parte anche ad alcuni film e nel 1942 raggiunge la vetta della popolarità. Costretto a scioglierla perché chiamato alle armi, ne costituisce un’altra alla fine del 1945 utilizzando moderni arrangiamenti scritti da Billy May e da Deane Kincaide, ma non ottiene più il successo del periodo precedente. Diventa quindi musicista di studio a Los Angeles recuperando parte dell’antica popolarità negli anni Sessanta grazie alla partecipazione ad alcuni spettacoli televisivi di successo. Considerato un pioniere e un innovatore nell’uso della chitarra elettrica come strumento solista contribuisce a diffonderne l’impiego a livello popolare. Muore il 2 febbraio 2004 a Salt Lake City, nello Utah.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".