L’11 agosto 1902 nasce a Cittiglio, in provincia di Varese, Alfredo Binda universalmente considerato uno dei massimi protagonisti del ciclismo italiano di tutti i tempi.
È meglio se stai a casa
Formatosi ciclisticamente in Francia, dove era emigrato per ragioni di lavoro, Alfredo Binda è passato alla storia del ciclismo come l’unico atleta invitato dagli organizzatori del Giro d’Italia a non partecipare alla corsa, per non privarla dell’incertezza che rende interessanti gli avvenimenti sportivi. Dopo aver vinto il Giro d’Italia del 1912, conquistando dodici tappe su quindici, del 1928 con sei vittorie di tappa e del 1929 con otto vittorie di tappa, nel 1930 venne convocato dagli organizzatori intenzionati a contrattare una sua eventuale non partecipazione alla gara. Binda accettò ricevendo in cambio una cifra pari all’ammontare massimo dei premi in palio.
Una carriera straordinaria
Tra gli innumerevoli successi conseguiti sulle strade di tutta Europa spiccano ben tre Campionati del Mondo: nel 1927 al Nürbungring, nel 1930 a Liegi e nel 1932 a Roma. Nonostante la non partecipazione all’edizione del 1930 portò successivamente a cinque il numero dei Giri d’Italia vinti con le edizioni del 1931 e del 1933. Nel 1936 fu costretto a interrompere la carriera agonistica dopo essere stato coinvolto un una rovinosa caduta a Novi Ligure che gli procurò la rottura del femore. Restò, comunque, nell’ambiente ciclistico, inizialmente come Commissario Tecnico della nazionale e successivamente come dirigente. È morto il 19 luglio 1986.