Con le sue 5.042 imprese attive, la cooperazione agricola italiana garantisce occupazione a piu’ di 93.400 addetti e genera un fatturato di quasi 35 miliardi di euro, pari al 23% del valore dell’alimentare italiano, ottenuto attraverso la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 37% della materia prima agricola italiana, per un valore di 19 miliardi di euro. Questi alcuni dei numeri emersi dal ‘Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola’, istituito dal ministero delle Politiche Agricole e sostenuto dalle organizzazioni Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Unicoop. Il rapporto e’ stato presentato oggi a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina.
Agricoltura made in Italy, fatturato miliardario
Di rilievo, prosegue il rapporto, anche il livello delle esportazioni, “che vede le cooperative rappresentare il 13% del totale dell’export agroalimentare italiano, pari a 4 miliardi di euro. Ma l’elemento forse tra i piu’ significativi riguarda le performance economiche della cooperazione che nel 2013 ha fatto segnare un +5,8% di crescita del fatturato rispetto all’anno precedente, contro un piu’ contenuto +1,5% dell’alimentare nel
suo complesso”. Soddisfatto del quadro Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari: “Il grande merito che ha avuto la cooperazione negli ultimi anni- ha detto- e’ stato quello di indirizzare la produzione delle aziende agricole in un’ottica tutta orientata al mercato, nazionale ed estero, valorizzando al massimo i prodotti conferiti dai soci”.
Permane pero’ anche nell’ultimo rapporto una certa disomogeneita’ del tessuto imprenditoriale cooperativo sul territorio nazionale: “Il 45% delle cooperative- aggiunge il rapporto- ha sede al nord Italia ed e’ capace di generare l’82% del fatturato totale contro il 7% e l’11% generato rispettivamente dalle cooperative del centro e del sud Italia. Le dimensioni medie d’impresa sono pari a 13 milioni di euro per le cooperative del nord Italia e di appena 2 milioni per quelle del sud, anche se qualche segnale di crescita dimensionale va registrato anche in alcune regioni del Mezzogiorno”.
Le cooperative giocano quindi un ruolo fondamentale per la valorizzazione di prodotti ‘made in Italy’, tanto in Italia quanto sul mercato estero: “Le imprese cooperative- fa sapere ancora- lavorano infatti materia prima che per il 73% e’ di provenienza locale, per il 26% e’ nazionale e solo per l’1% viene dall’estero”. Carne, ortofrutta, latte e vino si confermano invece i principali settori cooperativi grazie al forte legame
con la base produttiva agricola. In questi settori le imprese cooperative sono divenute casi di eccellenza sul territorio e veri e propri big player a livello nazionale ed internazionale.
“Un pezzo importante della cooperazione fa oggi parte dell’alimentare avanzato- ha commentato Ersilia Di Tullio di Nomisma, responsabile scientifico dell’Osservatorio- ma allo stesso tempo tiene saldi i propri fini solidaristici, che la differenziano dalle imprese di capitali. Il rapporto con il socio
e’ sempre privilegiato come indica un grado di mutualita’ pari in media al 79%. Ci sono pero’ ulteriori spazi di crescita: oggi grazie ai suoi approvvigionamenti di materia prima, la cooperazione italiana valorizza il 39% della produzione agricola nazionale. In altri paesi europei, a forte matrice cooperativa, questa quota e’ superiore- ha concluso- assestandosi al 55% in Francia ed al 68% in Olanda”.
Fonte (DIRE)