Il 10 aprile 1962 muore a Amburgo, in Germania, per un aneurisma cerebrale il chitarrista Stuart Sutcliffe, detto “Stu”. La sua scomparsa passa del tutto inosservata, visto che il ragazzo è praticamente uno sconosciuto, eppure trent’anni dopo la sua sfortunata vicenda ispirerà addirittura un film.
Socio fondatore dei Beatles
Sutcliffe, infatti, entrerà nella storia del rock mondiale come uno dei soci fondatori dei Beatles. Amico e compare di bisbocce di John Lennon, inizia a suonare con lui e con Paul McCartney quando il gruppo si chiama ancora Johnny & The Moondogs. È il più folle della compagnia, allievo dell’Art College si veste con improbabili camicie rosa e jeans aderenti e scimmiotta il suo idolo James Dean. A lui la leggenda attribuisce addirittura la primogenitura del nome. Secondo questa versione quando Larry Parnes scrittura i tre per fare da supporto a Billy Fury è proprio Stu il primo a proporre il nome di “Beetles”, poi storpiato da Lennon in “Beatles”. Leggende a parte, l’allampanato casinista è come un fratello per l’intrattabile e umorale John Lennon. Quando i Beatles partono con un pulmino Austin tutto ammaccato e se ne vanno in Germania in cerca di fortuna, emigranti senza permesso di lavoro, lui è felice come un ragazzino.
L’incontro con Asdrid
Il destino ha in serbo molte sorprese per i componenti del gruppo e sembra divertirsi a utilizzare Stu per segnarne i momenti di svolta. Il ragazzo, infatti, si innamora di Asdrid Kirchner, una fotografa esistenzialista che proprio su di lui inventa per la prima volta quella pettinatura a caschetto che caratterizzerà per sempre l’immagine della band. Quando, nel 1961, le azioni dei Beatles iniziano progressivamente a lievitare, Stu decide di fermarsi ad Amburgo. La musica e l’amicizia dei suoi compagni sono importanti, ma l’amore per Asdrid è più forte. Ne parla a lungo con il suo amico John Lennon e chiede di essere compreso. Non se la sente di sprecare neppure un momento della sua vita per inseguire la gloria. Oggi anche questa fretta di vivere intensamente quelli che saranno gli ultimi giorni della sua vita sembra frutto di un’intuizione dolorosa. La separazione avviene senza drammi, anche perché il ritorno in Inghilterra dei Beatles è provvisorio. La band ha ancora impegni contrattuali con i locali amburghesi e John è sicuro di poterlo recuperare di lì a poco. Non succederà. La notizia della sua morte segnerà profondamente John Lennon, suo inseparabile compagno di pazzie.