Se n’è andato così, in maniera leggera proprio come una delle sue leggendarie copertine. Si è spento l’11 ottobre scorso a causa di una polmonite John Berg, il famoso art director americano vincitore di quattro Grammy e noto per diverse cover di dischi di successo tra gli anni ’60 e ‘70. Nato a Brooklyn il 12 gennaio 1932, Berg si laureò alla Cooper Union di Manhattan e iniziò a lavorare per la nota etichetta musicale Columbia Records nel 1961.
John Berg, creativo della musica
Gli artisti immortalati nelle sue copertine
Nel corso della sua straordinaria carriera, questo geniale grafico statunitense si è occupato di artisti come Blood, Sweat & Tears, Byrds, Thelonious Monk, Simon and Garfunkel e Barbara Streisand. Ma furono le cover di album di Bob Dylan e di Bruce Springsteen a dargli la fama eterna. Sotto la sua direzione, in quello che è stato spesso descritto come il primo sforzo di marketing nel suo genere, fu realizzata la nota copertina del Greatest Hits di Bob Dylan del 1967. Basata su una foto scattata da Rowland Scherman a un concerto del popolare cantante folk nel 1965 a Washington, questa cover vinse il Grammy per la migliore copertina dove si vede l’immagine illuminata dei capelli di Bob Dylan grazie a vivaci colori psichedelici. L’album venne poi accompagnato da un originale packaging ideato proprio da John Berg e realizzato da Milton Glaser. Altrettanto famosa fu la copertina di Born to run di Bruce Springsteen dove si vede il “Boss” appoggiato in maniera scherzosa sulle spalle del suo sassofonista Clarence Clemons.
John Berg aveva visionato numerose istantanee del fotografo Eric Meola ma non aveva trovato del materiale particolarmente interessante. Poi la sua attenzione fu catturata da uno scatto che ritraeva un momento di disimpegno scherzoso tra i due artisti. Si convinse ben presto che quella era l’immagine che doveva sintetizzare un intero album e prese la decisione di utilizzarla come copertina. Tra le altre copertine famose di album musicali realizzate sotto la sua direzione, non possono non essere citate quella di Simon&Garfunkel di Bridge Over Troubled Water, il Greatest Hits di Carlos Santana, Underground, di Thelonious Monk e il noto “logo di cioccolato” dei Chiacago.
Il no-style di John Berg
Sotto la sua guida, la Columbia Records divenne un luogo di grande elaborazione creativa con una forte volontà di sperimentazione e contaminazione con altre discipline artistiche. Questo fu possibile perché la label americana aveva sotto contratto una moltitudine di artisti che spaziavano dal folk al jazz, dal pop al rock realizzando in tal maniera un ampio catalogo e dando così la possibilità ai suoi creativi di elaborare idee innovative. “Non ho uno stile, perché se avessi avuto uno stile tutta la mia roba si sarebbe somigliata. – disse John Berg in un’intervista – “Una cosa non sembra mai l’altra, ho fatto solo quello che mi piaceva”.