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Addio Captain Handy!

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Il 24 giugno 1900 nasce a Pass Christian, in Mississippi, il sassofonista e clarinettista Captain Handy, uno dei grandi protagonisti del New Orlens revival.

La sua prima band è quella paterna

Registrato all’anagrafe con il nome di John Handy, inizia a suonare da bambino sotto la guida del padre violinista. La prima band di cui fa parte, infatti, è quella paterna, nella quale suonano altri due suoi fratelli, Sylvester al basso e Julius alla chitarra. A Captain tocca la batteria, il suo primo strumento che abbandonerà poi per il clarinetto. Nel 1918 si trasferisce a New Orleans dove trova un ingaggio come clarinettista nell’orchestra di Tom “Kid” Albert. Suona poi il clarinetto con quasi tutti i leader più importanti del periodo come Amos Riley, Chris Kelly, Kid Rena, John Casimir e molti altri conquistandosi una vasta popolarità. Verso la metà degli anni Venti è a capo di una propria orchestra che si esibisce con regolarità all’Entertainers’ Club, uno dei più eleganti cabaret di New Orleans. In quell’esperienza può contare su una spalla di tutto rispetto come il trombettista Red Allen.

La svolta come sassofonista

Entra poi a far parte dell’ensemble di Tut Johnson con cui suona per due anni circa a Baton Rouge. Nel 1929 si aggrega al trombettista Kid Howard e all’inizio degli anni Trenta forma i Louisiana Shakers, un gruppo di rhythm and blues che riscuote un notevole successo commerciale negli anni della depressione e nel quale Captain John Handy è solista di sax alto, strumento che da quel momento diventa il suo preferito. Pur con varie interruzioni è ancora attivo negli anni Sessanta, esibendosi sia con l’orchestra di Kid Sheik che alla testa di proprie formazioni. Il 12 gennaio 1971 muore nella sua città natale. Con lui se ne va un pezzo di storia del jazz e del rhythm and blues.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".