Partirà il 17 maggio, tra pochi giorni ormai, la nave Mediterranea che opererà come laboratorio galleggiante per studiare, tra l’altro, il cambiamento del plancton. Il Progetto Mediterranea che ha ricevuto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri oltre all’adesione del Presidente della Repubblica ha finalità culturali, scientifiche, educative.
Il Progetto Mediterranea per salvare la biodiversità
A queste si aggiunge un particolare contributo fornito dai ricercatori britannici di SAHFOS (Sir Alister Hardy Foundation for Ocean Science) che si dedicheranno al monitoraggio del Plancton marino.
Mediterranea andrà per i mari per cinque anni. In particolare l’imbarcazione solcherà il Mar Nero, il Mediterraneo, il Mar Rosso ma si dedicherà in particolare all’Africa dove tratterà i primi dati raccolti nella storia sulla biodiversità.
Il progetto è stato pensato proprio per rispondere ai tanti allarmi lanciati dagli scienziati sui cambiamenti che stanno avvenendo nel Pianeta e che compartano seri rischi per la biodiversità. Il Mediterraneo, in particolare, uno dei bacini più importanti della biodiversità marina e costiera con il 18% delle specie marine macroscopiche di tutto il mondo è sottoposto a stress sempre crescenti e ad attività umane e climatiche che stanno mettendo a rischio tutto il sistema.
Verrà studiato il plancton del Mare Nostrum
Per la prima volta nella storia sarà effettuato un campionamento in alcune regioni del Mediterraneo in cui non esistono ancora dati sul plancton (ad esempio costa del Nord Africa) e si potranno effettuare comparazioni di dati nelle zone in cui le informazioni sul plancton sono disponibili su scala regionale grazie a precedenti spedizioni oceanografiche (ad esempio Mediterraneo nord – occidentale).
L’obiettivo è raccogliere le maggiori informazioni sul plancton marino per capire come questi effetti abbiano danneggiato il nostro Mare e questo confronto contribuirà, in sostanza, quelle zone dove la biodiversità è a rischio per poter, si auspica, agire per salvarla.