La Cina ha deciso di importare meno pinne di squalo. Il Ministero fornisce i suoi dati ufficiali, che mostrano un calo del 70% del consumo di pinne nel continente asiatico. Ma anche i numeri, al di fuori di Hong Kong, confermano il trend: le importazioni di pinne sono diminuite del 20-30%. Il cambiamento sembra esserci, anche se l’entità, dunque, non è del tutto chiara. Uno dei motivi di questa importante flessione e’ stata senza dubbio la campagna di Greenpeace, per convincere le compagnie aeree a smettere di trasportare le pinne, ma sembra in atto anche un serio impegno anti-corruzione del governo cinese.
Ridotta importazione di pinne di squalo
Zhao Ping, il vice direttore del Dipartimento di consumo Economia Studi, presso l’Accademia cinese del Commercio Internazionale e la Cooperazione Economica, crede che i tagli agli enti parastatali abbiano da soli favorito il calo del 50% del consumo di pinne di squalo.
Il risultato di quest’ anno è di grande importanza, afferma ancora Zhao, ma bisogna cambiare alla radice il modo di pensare comune, oppure, appena queste restrizioni si allenteranno, ci vorrà pochissimo a tornare come prima. Si tratta, in ogni caso, di un ottimo risultato che dovrebbe generare ulteriore slancio al movimento di conservazione degli squali.