Il Corano è pieno di “lezioni su come non sprecare l’acqua, attraverso il corretto uso del suolo, la gestione degli alberi, e la compassione per gli animali e gli uccelli”, a dirlo, al Forum Yale sui cambiamenti climatici e dei media, è John Wihbey. Un commento che fa riflettere soprattutto l’Islam, anche perché sta crescendo un vero e proprio movimento ambientalista musulmano.
Un movimento musulmano interamente ambientalista
Il pioniere di questo movimento, Seyyed Hossein Nasr, che è stato educato nelle migliori università americane, ha trascorso decenni nel ventre dell’Iran per predicare il suo messaggio di rispetto dell’ambiente. Se pensavate che le punizioni dettate dal Corano contro gli infedeli siano terrificanti, queste, secondo Nasr, non sono nulla rispetto a chi compie azioni irrimediabili contro la Natura.
Il Corano è attentissimo all’ambiente
Tutto questo spiega anche la grande attenzione del mondo musulmano ai cambiamenti climatici.
Un sondaggio, realizzato dal Pew Global Attitudes, ha rilevato che la Turchia e il Libano sono il secondo e il terzo Paese al mondo in termini di percentuale di cittadini che pensano che il cambiamento climatico sia un problema molto grave (74 per cento e 71 per cento degli intervistati, rispettivamente). Negli ultimi quattro anni, i livelli di preoccupazione sono cresciuti anche in luoghi come l’Egitto, la Giordania e l’ Indonesia, in contrasto con le corrispondenti riduzioni della percentuale di “preoccupati” negli Stati Uniti e in Europa. La nuova consapevolezza? Colpa o merito del nuovo movimento verde…musulmano.