Taiwan è alla ricerca di una exit strategy… con la green economy. Si stanno, infatti, intensificando gli studi e le linee guida per rendere Taiwan più salubre e meno contaminata da prodotti inquinanti. L’Ufficio per la protezione ambientale di Yunlin ha presentato una dettagliata analisi della condizione dell’aria nel centro e sud dell’isola.
Taiwan, exit strategy su green economy
Soprattutto negli anni ottanta e novanta, l’isola di Taiwan, è stata protagonista di una veloce industrializzazione che ha avuto come conseguenza un inquinamento elevatissimo.
Il problema, ora, si pone soprattutto per i fertilizzanti e gli scarti delle industrie peschiere che riversano nell’aria polveri sottili, con conseguenze nefaste sulla salute degli abitanti.
Il problema delle polveri sottili
Nella provincial di Yunlin – riferisce un comunicato di Asianews.it – le polveri sottili raggiungono un valore medio giornaliero di 84.17 microgrammi per metro cubo, di due volte e mezzo il limite massimo per le condizioni di salute; nella città di Chiayi i valori sono addirittura di 102.67 e nella città di Kaohsiung di 90.67.
I dati sono molto importanti per la preparazione dell’Agri-Expo di Yunlin del 2013, in cui l’agricoltura taiwanese, che sviluppatasi negli ultimi anni a livello di grande efficienza produttiva, avrà la possibilità di fissare limiti ecologicamente più sostenibili per le industrie agricole.
Anche nel settore edile, le compagnie di costruzione dovranno attenersi a nuove norme molto più rigide, fissate dalla giunta della Nuova Città di Taipei.
Intanto, il nuovo sistema di applicazione online per le circa 8mila richieste annue di costruzione eliminerà tutto lo spreco di carburante necessario a raggiungere gli uffici per le relative pratiche burocratiche.
Resta l’unico punto davvero dolente a cui non si intende rinunciare ed è rappresentato dal nucleare. Che, nonostante tutto, per il Governo di Taiwan, continua ad essere l’unica soluzione percorribile per migliorare l’efficienza energetica dell’isola.