Ed è di nuovo Pride. Si sfilerà di nuovo non solo a Roma dove convergerà il grande corteo in difesa dei diritti Lgbtqi ma anche nel resto d’Italia.
E’ di nuovo Pride, in corteo per i diritti negati
C’è una volontà precisa – spiega anche Andra Maccarone, portavoce del Roma Pride -: quella di superare il regime del silenzio e di stare al passo con i tempi per lo meno nel riconoscimento dei dirittti”. Un Pride che, quest’anno, quasi a sorpresa, vedrà per la prima volta nella sua storia uno striscione dell’amministrazione capitolina con il sindaco Marino in prima fila.
“Roma – spiega Maccarrone – in un anno è riuscita a fare grandi passi avanti rispetto al passato. Proprio quello che vorremmo che venisse fatto anche a livello nazionale. Vogliamo quindi proporre un modello di politica che rispetti gli impegni di democrazia e progresso presi, partendo da Roma. E’ fondamentale dire che la politica può recuperare credibilità e mantenere gli impegni se rispetta la realtà”.
La speranza è che l’Europa intervenga
E la speranza è che, finalmente, venga ascolta l’Europa non solo per ragioni di conto ma anche in difesa di tutti i diritti negati. E, bisogna riconoscerlo, l’Italia è fanalino di coda tra i paesi europei. Dopo il voto della cattolicissima Irlanda, l’Europa pensa, infatti, a veri e propri richiami per quei Paesi, come il nostro purtroppo, che continua a restare ferma su posizioni araiche se non medioevali. Anche in Italia – continua Maccarone – “vogliamo la piena uguaglianza nella filiazione, nei matrimoni, nelle adozioni, nelle leggi sull’identità di genere. L’Europa deve essere coerente, non ci può essere il paradosso che spostandosi da un confine all’altro si perdano dei diritti. Non possiamo prendere a modello la Russia in tema di Lgbtqi”.
La parata sfilerà comunque per le vie del centro con oltre 20 carri che parteciperanno alla parata. Ad aprire il corteo il bus a due piani del Coordinamento del Pride, seguito dagli altri carri delle associazioni.
La manifestazione, quest’anno, è gemellata con Belgrado. Ma c’è anche il Pride Park alla Città dell’Altraeconomia. “I temi che vogliamo affrontare – sostiene ancora Maccarrone – non riguardano solo i matrimoni o la filiazione, ma anche la questione delle persone transessuali, costrette a un percorso giudiziario e medico lungo prima di vedere riconosciuta la propria identità. Infine il tema della scuola, con campagne per il contrasto alla violenza di genere e la formazione sul tema Lgbt e sul rispetto dei diritti e delle differenze di genere, altrimenti rischiamo di fare passi indietro”.
Lo slogan del Roma Pride di quest’anno è ‘Liberiamoci’. La speranza è che questa “liberazione”, finalmente, avvenga nel pieno riconoscimento dei diritti di tutti e di tutte.