E’ stato scoperto il segreto dei coralli. Ebbene, si tratta di un’alga che riesce a far sopravvivere i coralli anche a temperature altissime che sarebbero letali per loro.
In un’alga il segreto della sopravvivenza dei coralli
La scoperta è opera dei ricercatori dell‘università di Southampton. Proprio questi hanno individuato studiando le barriere coralline più calde del Pianeta che la sopravvivenza stessa dei coralli a temperature che superano anche i 36 gradi centigradi di temperatura è dovuta ad una nuova alga che si chiama Symbiodinium thermophilum. La scoperta è avvenuta nella parte meridionale del Golfo Persico. Proprio in queste zone, nella parte meridionale del Golfo Persico, nella costa di Abu Dhabi, il mare arriva a temperature proibitive per i coralli. Eppure questi sopravvivono.
Le barriere coralline vivono in simbiosi con alghe microscopiche
Proprio le barriere coralline, ormai a rischio anche per il riscaldamento globale, hanno un equilibrio complesso e nello stesso tempo fragilissimo. La maggior parte di queste convive praticamente in simbiosi con delle microscopiche alghe che consentono loro di vivere e di sopravvivere laddove sarebbe impossibile. Queste alghe producono lo zucchero che contribuisce alla dieta alimentare dei coralli e, in cambio, ottengono riparo e altri nutrienti. Un rapporto simbiotico, tuttavia, che è a rischio. Un rapporto vulnerabile soprattutto agli aumenti di temperatura, e che ora è ad altissimo rischio a causa del cambiamento climatico che sta determinando in sostanza la perdita delle alghe e il rischio che si innesti un fenomeno distruttivo chiamato “sbiancamento”.
La nuova alga aiuta i coralli contro il cambiamento climatico
Ora, proprio grazie ad una serie di rivelatori anche genetici, proprio i ricercatori sono riusciti ad individuare un’altra alga speciale e microscopica, ma particolarmente resistente al calore e che consente ai coralli di “sopravvivere” a temperature letali e di resistere in acque praticamente proibitive.
“Capire come i coralli sopravvivono alle temperature estreme – spiega Jorg Wiedenmann, autore dello studio pubblicato su ‘Scientific Reports’ – ci fornirà importanti informazioni sulla loro capacità di gestire lo stress termico e di capire, inoltre, le conseguenze del cambiamento climatico e come la Natura si stia adattando anche a questo cambiamento”.