Il 15 aprile 1933 a St. Matthews, nel South Carolina, nasce il compositore, arrangiatore, pianista, sassofonista e percussionista Horace Hott, uno dei personaggi più geniali del soul e del rhythm and blues della seconda metà del Novecento.

I primi arrangiamenti da ragazzo

Inizia a studiare pianoforte a undici anni. Frequenta poi la Wilkinson High School di Orangeburg, suona nella banda della scuola e inizia a scrivere per una jazz band locale. Nel 1955 si laurea an musica alla South Carolina State University prima di compiere il servizio di leva nell’esercito suonando anche nella banda del suo reggimento. Nel 1958 si trasferisce a New York, dove lavora in fabbrica di giorno e suona nei locali notturni la sera. L’incontro con il cantautore Luther Dixon gli dà la possibilità di scrivere, con buon successo, arrangiamenti per le Shirelles. Negli anni seguenti lavora come autore e arrangiatore con grandi musicisti quali Jackie Wilson, Don Covay, Hank Ballard, Dee Clark, Sam Cooke e Solomon Burke.

Da Don’t Let Me Be Misunderstood ai Village People

Nel 1964 scrive Don’t Let Me Be Misunderstood con Bennie Benjamin e Sol Marcus. Il branno, inserito nell’album Broadway-Blues-Ballads di Nina Simone diventa un grande successo internazionale nell’esecuzione degli Animals. In quel periodo lavora moltissimo come arrangiatore. Oltre a Nina Simone dedica le sue attenzioni ad Aretha Franklin, Eric Burdon, Bessie Banks, George Benson, Mary Wells, Jimmy McGriff e molti altri. Negli anni Settanta è l’arrangiatore preferito da moltissimi musicisti jazz e R&B come Houston Person, Bernard Purdie, Rusty Bryant, Gil Scott-Heron, Junior Parker, Lou Donaldson, Richard “Groove” Holmes e The Stylistics. A lui si devono gli arrangiamenti di tutti i primi successi dei Village People come Macho Man, YMCA e In the Navy.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".