Il 15 marzo 1916 nasce ad Albany, in Georgia, il trombettista e direttore d’orchestra Harry James, il cui nome completo è Harry Haag James.

Cresciuto nel Circo

Figlio di artisti di circo, inizia a suonare la batteria a sette anni. A dieci, grazie alle lezioni del padre, impara a suonare la tromba. Dopo aver vinto un concorso per giovani musicisti inizia la carriera suonando prima negli Old Phillips Friars, poi con Logan Hancock e Herman Waldmann. Partecipa quindi ad alcune brevi tournée con il gruppo guidato dal violinista Joe Gill e ottiene la sua prima scrittura importante con l’orchestra di Ben Pollack nella quale rimane dal 1935 al 1936. L’anno successivo entra a far parte della big band di Benny Goodman e quando, nel dicembre del 1938, lascia l’orchestra per formarne una propria, è già uno dei personaggi più popolari del mondo musicale statunitense. L’orchestra di James debutta nel 1939, ma il trombettista di Albany, seppur soltanto in sala di incisione, ha già in precedenza guidato propri gruppi e ha preso parte come solista ad alcune sedute di registrazione come quelle con Teddy Wilson e Lionel Hampton.

Un successo strepitoso

Durante gli anni Quaranta e Cinquanta James ottiene con la sua big band un successo strepitoso grazie soprattutto alla sua abilità di trombettista messa al servizio di un repertorio che si è progressivamente orientato verso la musica commerciale. Esegue brani famosi che vengono anche riproposti come numeri d’attrazione anche in molti film musicali. L’orchestra ha uno standard qualitativo elevato, alternando a volte ai brani commerciali qualche interessante pagina di jazz. Lavorano per Harry James arrangiatori come Neal Hefti, Ernie Wilkins e Thad Jones, oltre ai cantanti Frank Sinatra, Helen Forrest e Dick Haynes. In vari periodi fanno parte dell’orchestra Buddy Rich, Louis Bellson, Juan Tizol, Willie Smith, Corky Corcoran, Ray Sims e altri solisti di valore. Fra le migliori incisioni a carattere jazzistico effettuate da Harry James, ci sono quelle in quartetto con i pianisti Albert Ammons e Pete Johnson e alcune con la sua big band degli anni Sessanta. Muore il 5 luglio 1985.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".