Home C'era una volta Iva Zanicchi, l’aquila di Ligonchio

Iva Zanicchi, l’aquila di Ligonchio

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Il 18 gennaio 1941 a Ligonchio, in provincia di Reggio Emilia, nasce la cantante Iva Zanicchi, agli inizi della sua carriera soprannominata “l’aquila di Ligonchio”.

Una voce dalle sonorità blues

Dotata di una voce ricca di sonorità blues per lungo tempo viene considerata una delle cantanti italiane vocalmente più dotate Il suo primo successo discografico arriva nel 1964 con la canzone Come ti vorrei, versione italiana di Cry to me. L’anno dopo presenta al Festival di Sanremo I tuoi anni più belli, con Gene Pitney. Torna sulla ribalta sanremese nel 1966 con La notte dell’addio, in coppia con Vic Dana e nello stesso anno ottiene un buon successo con i singoli Ci amiamo troppo e Fra noi, oltre a partecipare al Festival di Napoli con Ma pecchè e Tu saie ‘a verità. Nel 1967, con Claudio Villa, vince il Festival di Sanremo presentando Non pensare a me, un brano che vende oltre due milioni di copie nel mondo.

I successi a Sanremo

Nel 1969, due anni dopo la prima vittoria, vince ancora la manifestazione sanremese con Zingara, in coppia con Bobby Solo e nel 1970 si piazza al terzo posto con L’arca di Noè, insieme a Sergio Endrigo. Da quel momento si dedica a operazioni musicali e culturali di più largo respiro, come gli album Caro Theodorakis (1970), Caro Aznavour (1971) e Shalom (1972). Innumerevoli sono i suoi successi tra cui La riva bianca la riva nera, Coraggio e paura, Mi ha stregato il viso tuo, La mia sera, Le stagioni dell’amore e Ciao cara come stai, con cui vince nuovamente il Festival di Sanremo nel 1974. Alla fine degli anni Settanta inizia a impegnarsi nel mondo dello spettacolo in senso più largo abbandonando un po’ la canzone. Negli anni Ottanta lascia la musica per dedicarsi all’attività di presentatrice televisiva e successivamente sceglierà di impegnarsi anche in politica.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".