Home C'era una volta Eddie Barefield, sax, clarinetto e tanta passione per il jazz

Eddie Barefield, sax, clarinetto e tanta passione per il jazz

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Il 12 dicembre 1909 nasce a Scandia, nel Minnesota, il sassofonista e qualche volta clarinettista Eddie Barefield, registrato all’anagrafe con il nome di Edward Barefield, Scandia.

A dieci anni il piano e a tredici il sax

Eddie inizia a suonare il pianoforte a dieci anni e il sassofono a tredici, avvicinandosi al clarinetto solo successivamente. Ottiene la sua prima scrittura professionale nel 1926 con l’orchestra di Edgar Pillows. All’inizio degli anni Trenta suona con Art Tatum e Teddy Wilson e nel 1932 è a Camden con l’orchestra di Bennie Moten nella quale ha molte buone occasioni per emergere come solista di clarinetto e sax alto. L’anno successivo suona con i McKinney Cotton Pickers e quindi con l’orchestra di Cab Calloway, con la quale torna poi per molti anni a più riprese. Nel 1938 è con Fletcher Henderson e con Don Redman al Savoy, ma ritorna con Calloway l’anno successivo.

Tra Calloway ed Ellington

Negli anni Quaranta registra con l’orchestra di Benny Carter e successivamente con Coleman Hawkins, Walter Thomas, nonché alla testa di un proprio gruppo. Nel 1947 è allo Hurricane Club con Duke Ellington, quindi con Sy Oliver allo Zanzibar. Nel 1951 si associa ancora una volta a Cab Calloway e nel corso degli anni Cinquanta lavora a Miami e a Las Vegas come direttore musicale – arrangiatore di spettacolo e riviste. A partire dagli anni Sessanta ritorna a tempo pieno al jazz e riprende l’attività concertistica e discografica. Risale alla fine degli anni settanta la sua associazione alla New York Repertory Jazz Company diretta dal pianista Dick Hyman, con la quale dà concerti in tutto il mondo. Muore il 4 gennaio 1991.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".