Dim Sum nella lingua cinese vuol dire “tocco al cuore”, un nome originale e romantico per indicare quello che è un vero e proprio rito gastronomico. I dim sum infatti sono dei piccoli piatti che fanno da apertura al pasto o che, in alcuni casi, possono del tutto sostituirlo.
La grande degustazione di Dim Sum
A Roma, nel quartiere Prati, da maggio 2021, c’è un ristorante che di questa tradizione tutta cinese ne ha fatto il suo punto di forza. Parliamo di Song un ristorante di autentica cucina cinese con un menu che include diverse specialità di Hong Kong e una vasta selezione di dim sum.
Ben 55 piatti che comprendono una selezione di dim sum tra le più ampie della Capitale e ben 26 tipologie presenti in carta. Tra le tante scelte possibili è assolutamente imperdibile il percorso degustazione di dumpling – i tipici ravioli cinesi – che permette di assaggiare 7 tipologie diverse, servite una alla volta e nell’ordine giusto di sapore. Ci sono gli Xiao Long Bao – dei ravioli di pasta di grano, cotti al vapore, ripieni di carne di maiale e il suo brodo da mangiare rigorosamente in un sol boccone, per lasciarsi avvolgere dall’esplosione di sapori. Ottimi anche gli Har Gau – tipici della provincia di Gaundong, realizzati con la particolare pasta di cristallo (che permette di intravedere il contenuto al suo interno), farciti con gamberi e tobico verde e infine cotti al vapore. Ancora tra i ravioli, gustosi anche gli Shao Mai Beef – sempre cotti al vapore e farciti con manzo e tartufo per poi essere affumicati al tavolo con legno di melo. Molto quotato anche il Ragout d’anatra – ripieno appunto di anatra lavorata con 5 tipiche spezie e porro in tempura. Si aggiungono ai sette ravioli già presenti nel menu, altri 4 nuovi gusti tra i quali spiccano i ravioli al vapore farciti con pakchoi e carne di maiale.
Si continua la degustazione scegliendo tra i Bao (tipici panini cinesi cotti al vapore e farciti con tanti ripieni particolari come quello all’anatra laccata o lo Char Siu Bao con maiale caramellato). Tra le novità c’è il Bao Wagyu: pasta di carbone ripiena col pregiato wagyu giapponese, cipolla rossa di Tropea e foglia d’oro. Altra proposta tipica è il Cheung Fun, leggerissima e delicata sfoglia di 100% farina di riso cotta al vapore e farcita con gamberi, o verdure, anatra, maiale, manzo o lo speciale Hong Cheung Fun, con pasta lavorata all’estratto di barbabietola e ripieno di gamberi avvolti in un velo croccante.
E ancora, sempre per il rito del Dim Sum si può scegliere tra gli otto piatti ispirati ai sapori tipici di Hong Kong come la zuppa di anatra, il riso cotto al vapore avvolto nella foglia di loto ma anche il Feng Zhua, le tipiche e gustose zampe di gallina in salsa di soia fermentata cotte al vapore.
La particolarità del rito del dim sum è che ognuno può costruirlo in base alle proprie necessità. Può essere breve e quindi composto da poche portate ma anche lungo e dunque può essere seguito anche da un piatto principale e qui da Song vale la pena scegliere l’anatra alla pechinese. Un piatto iconico della cucina cinese che qui è sempre in carta e non deve essere prenotato in anticipo. La Pecking Duck viene realizzata, così come il resto della proposta gastronomica, dalle sapienti mani dello Chef Chu Ling San a capo della cucina di Song sin dall’apertura del 2021. L’anatra alla pechinese, la cui origine si perde nella notte dei tempi, prevede una preparazione di oltre 30 ore e viene servita con crespelle al vapore di farina di grano, verdure croccanti e salsa tipica della Pecking Duck.
Interessante novità è la tipica spigola ai profumi di Canton; cotta al vapore in cucina e rifinita in sala con una salsa dello chef e una piccola dose di olio bollente scaldato al momento in un elegante fornello di rame, per poi essere curata e servita. Per chi invece volesse continuare con dei noodles, fiore all’occhiello di Song sono quelli all’astice e salsa Tobanjan, particolarmente gustosi. Sempre nei main course c’è una interessante novità, sono gli gnocchi cinesi con manzo e pak choi. Non mancano il riso Char Siu saltato con maiale stufato, verdure e uova e gli spaghetti di soia con verdure e gamberi. Si chiude in dolcezza con i dessert realizzati da Hiromi Cake.
La carta dei vini e il servizio
Questi primi due anni e mezzo di apertura, sono serviti a Song per mettere a punto certamente il menu che, come abbiamo visto, si è arricchito costantemente rendendo la proposta gastronomica di questa insegna del quartiere Prati tra le più apprezzate della zona e non solo. Altro importante lavoro di ampliamento e perfezionamento è stato fatto sulla carta dei vini che oggi è assolutamente in linea con la ricercata carta dei piatti. La carta dei vini è stata infatti completamente rivista e ripensata, nell’ottica di proporre una selezione di qualità che ottenga i risultati migliori nel pairing, ovvero nell’abbinamento con i piatti della cucina di Song. Vini di qualità della grande tradizione italiana ma anche bottiglie di piccoli produttori naturali e artigianali. Una carta snella, ma completa, capace di proporre in modo armonico grandi classici e novità, a prezzi competitivi, con un occhio anche alla Francia a cominciare dalle bollicine, e uno spazio per i vini macerati, gli Orange wine.
La lista dei vini di Song si compone di oltre 50 etichette, con una bella selezione anche di bollicine italiane quindi Franciacorta, Trento Doc e spumanti. Si viaggia poi nel resto della produzione vinicola italiana tra bianchi fermi, rossi e rosati. Bella e interessante anche la possibilità di finire il pasto, magari con l’arrivo del dolce, scegliendo uno tra i liquori e distillati presenti in carta.
Insieme alla curata proposta gastronomica e alla rinnovata selezione del bere, a rendere Song un luogo esclusivo ed autentico contribuisce l’attento e professionale servizio in sala. Il Maitre, Francesco Pietro Chiarillo, in forze da Song sin dall’apertura, guida uno staff qualificato che accoglie gli ospiti con grande cortesia, seguendoli nei minimi dettagli per regalare loro un’indimenticabile esperienza.
Il Gruppo Okasan
Song fa parte del Gruppo Okasan, di proprietà delle famiglie Wu e Okazaki, già titolari di Okasan, Otosan, Hiromi Cake e la nuovissima nata Hiromi La Maison.