Home C'era una volta Tyree Glenn, un trombone tra Ellington e Armstrong

Tyree Glenn, un trombone tra Ellington e Armstrong

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Il 23 novembre 1912 a Corsicana, nel Texas, nasce il trombonista e qualche volta vibrafonista Tyree Glenn, registrato all’anagrafe con il nome di Tyree William Glenn.

Gli inizi con Ma Rainey

Molto apprezzato già negli anni Trenta come musicista dell’orchestra di Bon Young, che accompagna Ma Rainey in varie sedute d’incisione, Tyree Glenn tra il 1935 e il 1936 suona nel gruppo di Eddie Barefield e in quello di Eddie Mallory che accompagna Ethel Waters. Fra il 1939 e il 1945 suona con la band di Benny Carter e poi con Cab Calloway. Tutte queste esperienze, a metà strada fra il jazz strumentale e il blues rafforzano la sua personalità come trombonista oltre alla sua tecnica sia solistica che di sezione. Nel 1946 si unisce al gruppo di Don Redman, prima di raggiungere Duke Ellington con il quale resta fino al 1951.

Anni di evoluzione

Sono gli anni in cui Ellington sviluppa tematiche dalla vaga vena impressionistica e pertanto esige dai suoi musicisti suoni difficili da conseguire da parte di buoni jazzmen della vecchia scuola tradizionale. A differenza di altri suoi colleghi Glenn può far tesoro del lungo e importante tirocinio come accompagnatore della cantante Ma Rainey. Il successivo impatto con Louis Armstrong, della cui All Stars Band entra a far parte nel 1965è ancora più agevole. Se con Duke era costretto il più delle volte a un difficile lavoro di sezione, con rare uscite in solo, con l’All Stars di Armstrong il problema risulta rovesciato, poiché l’impostazione impone la sequenza delle uscite oltre che interi brani affidati alla tecnica solistica del musicista. Tyree Glenn anche in questa occasione offre il meglio di sé sostenendo il sound del gruppo armstronghiano con il ruvido e selvaggio intervento del suo trombone ribelle. Muore il 18 maggio 1974 a Englewood, in New Jersey.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".