Home C'era una volta Peter Warren, dalla classica al jazz

Peter Warren, dalla classica al jazz

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Il 21 novembre 1935 nasce a New York Peter Warren, destinato a lasciare un segno importante come contrabbassista, violoncellista e compositore.

Il primo concerto a diciassette anni

Musicista di formazione classica, a diciassette anni si esibisce in un concerto per violoncello alla Carnegie Hall di New York. Alla fine degli anni Cinquanta, quando si trova a Las Vegas, si accosta ad altre forme di musica e particolarmente al jazz. Dopo aver suonato nell’orchestra intitolata a Tommy Dorsey, per due anni e mezzo, dal 1965 al 1967, diventa il bassista fisso in quella di Dionne Warwick, per poi unirsi ad Herbie Mann nel 1968. Tra il 1969 e il 1970 fa parte del gruppo Blues Project II anche se contemporaneamente dà vita a una propria formazione, l’Interchange, e non rinuncia alla collaborazione con David Izenzon nella New York Bass Revolution.

Il trasferimento in Europa e il ritorno

Il suo interesse per l’accostamento di vari contrabbassi è evidente anche nel primo disco a suo nome, Bass Is, del maggio 1970, nel quale sono presenti quattro virtuosi dello strumento (oltre a lui Dave Holland, Jaime Faunt e Glenn Moore). All’inizio dal 1971 si trasferisce in Belgio e da qui effettua varie esperienze europee suonando con Chick Corea, John Surman, Rolf Kuhn, Joachim Kuhn, Jean-Luc Ponty, Don Cherry, Terumasa Hino, Masahiko Sato, Albert Mangelsdorff, John Tchicai, Anthony Braxton e Tomasz Stańko. Nel 1974 torna a stabilirsi negli Stati Uniti dove suona con Jack DeJohnette e Carla Bley. Tra le sue collaborazioni degli anni seguenti spiccano quelle con Mike Stern e Jack DeJohnette nei primi anni Ottanta e quella, successiva, con Ken Vandermark .

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".