Il 18 novembre 1940 a Chicago, nell’Illinois, muore a soli trent’anni Joshua Altheimer, uno dei più apprezzati pianisti blues di quell’epoca.
Il pianista preferito dai grandi bluesmen
Nato il 17 maggio 1910 è il pianista preferito dai grandi protagonisti della scena blues degli anni Trenta. A lui ricorrono frequentemente personaggi come Big Bill Broonzy, Jazz Gillum, Sonny Boy Williamson, Washboard Sam e Lonnie Johnson, con i quali Joshua registra anche parecchi dischi. Broonzy lo descrive come «il miglior pianista blues che abbia mai sentito» mentre lo storico del blues Hugues Panassié lo ritiene «il più grande pianista blues su disco» degli anni Trenta. Gli interpreti trovano nel suo modo singolare di accompagnare il canto-blues momenti di tensione molto particolare e ottime basi di lancio per un tipo di improvvisazione che è musicale ma anche poetica.
Uno stile morbido
Il suo stile rilassato e morbido viene molto imitato, soprattutto dai pianisti che intrattengono gli avventori nelle barrelhouse delle regioni del Sud, intorno ai quali era necessario creare un clima molto suggestivo e rilassante, dopo intere giornate di fatica nei campi di cotone della Louisiana. Altheimer suonò il pianoforte nella seduta di registrazione del 1939 in cui Johnson usa per la prima volta una chitarra elettrica. Nonostante le sue qualità e la stima di cui gode non registra alcuna traccia come solista o come artista principale. Frenato da vari problemi di salute muore ucciso da una polmonite.