Home C'era una volta Chubby Jackson, il bassista vagabondo e innovatore

Chubby Jackson, il bassista vagabondo e innovatore

SHARE

Il 25 ottobre 1918 nasce a New York il contrabbassista Chubby Jackson, registrato all’anagrafe con il nome di Greg Stewart Jackson

Dalla musica commerciale al jazz

Cresciuto a Freeport si dedica allo studio del clarinetto durante gli anni della scuola, passando poi al basso nel 1935. Tornato a New York nel 1937 per alcuni anni suona nella formazione di Mike Riley e in altre che si dedicano alla musica commerciale come quelle di Johnny Messner, Raymond Scott, Jan Savitt, Terry Shand ed Henry Busse. Nel 1941 entra a far parte dell’orchestra di Charlie Barnet con il quale rimane fino al 1943 quando entra nel gruppo di Woody Herman. Nel 1947 suona con Charlie Ventura e, nello stesso anno, costituisce una propria formazione. A metà del 1948 torna per un breve periodo con Herman prima di guidare un nuovo gruppo in proprio. Nel 1953 si trasferisce a Chicago dove suona con varie orchestre e per la radio in un programma per bambini. Nel 1954 è uno dei componenti della All Stars di Louis Armstrong e nel 1958 torna a New York per un nuovo programma televisivo dedicato ai bambini che gli lascia il tempo per suonare in trio e con diversi gruppi.

Un entusiasta innovatore

Agli inizi degli anni Sessanta oltre a suonare con la sua orchestra e con un trio a suo nome, si esibisce anche con gruppi come il quartetto di Harold Baker nel 1963 e di Joe Coleman nel 1965. Instancabile vagabondo alla fine degli anni Sessanta se ne in Florida esibendosi come leader sia di un piccolo gruppo che di una grande orchestra e anche come disc-jockey. Nel 1971 si sposta a Hollywood suonando con diversi gruppi, come quelli di Urbie Green e di Eddie Adams. Nel 1972 è al festival di Newport al fianco di Herman. È considerato un innovatore dai critici. Tra le novità introdotte da lui soprattutto nell’orchestra di Herman ci sono i tempi doppi e dimezzamenti di mezzi tempi. C’è chi ha scritto che «Il suo entusiasmo si sposa a una abilità tecnica e un gusto musicale eccezionali, al punto che può essere ricordato come il primo bassista moderno dopo Blanton». Muore il 1° ottobre 2003.

 

Previous articleJimmy Powell, uno specialista delle ance al servizio delle big band
Next articleMahalia Jackson, la cantante che ha modernizzato il gospel
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".