Il 29 settembre 1943 nasce ad Avranches, in Francia, il violinista Jean-Luc Ponty, uno dei grandi protagonisti dell’intensa stagione del jazz rock.
Dalla classica al rock
Figlio di due professori di musica, all’età di cinque anni inizia a studiare violino, pianoforte e armonia. al Conservatorio Superiore di Musica di Parigi. Ne esce nel 1960, diplomato in violino, e inizia a suonare nelle orchestre sinfoniche classiche come quella dei Concerti Lamoureux. Nello stesso tempo sboccia in lui l’amore per il jazz e alla fine del 1961 entra nell’orchestra di Jef Gilson. Nel 1966 vince il referendum di Down Beat nella categoria strumenti diversi pur non avendo mai pubblicato alcun disco negli Stati Uniti. Alla fine degli anni Sessanta in terra statunitense suona con George Duke, fa parte dei Mothers of Invention del chitarrista Frank Zappa e poi della Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin, nel 1974.
Evitare il tecnicismo
A partire dal 1975, Ponty decide di costituire un proprio gruppo con il quale continua a riportare un po’ ovunque anche se non rinuncia a collaborazioni importanti. Negli anni Ottanta il violinista tenta il recupero di un suono più acustico. La crisi del jazz-rock sembra ormai definitiva l’unica soluzione, per un musicista creativo come lui, è quella di evitare il tecnicismo senza idee in cui sono caduti molti suoi colleghi. Jean-Luc Ponty ha il merito di aver trovato per il violino nella musica rock uno spazio che non esisteva prima di lui. È riuscito a farlo entrare nel rock come strumento solista, al pari della chitarra, in un momento storico (i primi anni Settanta) in cui il rock stava attraversando un’importante fase creativa stimolato dalle contaminazioni con il jazz, l’elettronica e la musica etnica.