Home C'era una volta In 70.000 allo Stadio Olimpico per il Confession Tour di Madonna

In 70.000 allo Stadio Olimpico per il Confession Tour di Madonna

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Il 6 agosto 2006 settantamila fans in delirio accolgono Madonna allo stadio Olimpico di Roma per l’unica data italiana del suo “Confession Tour”.

Future lover

Dopo un Dj. Set che ha il compito di intrattenere più che per scaldare il pubblico alle 21,45 in punto si spengono tutte le luci da una grande palla di specchi da discoteca che si apre a fiore esce la star sulle note di una Future Lovers miscelata con grazia col vecchio hit di Donna Summer I Feel Love. Interamente in nero, è circondata da ballerini con abbigliamento sadomaso mentre immagini di cavalli al galoppo scorrono sugli schermi. In splendida forma nonostante i suoi quarantotto anni Madonna per tutta la durata dell’esibizione balla, suona la chitarra e canta come una ragazzina.

La finta crocifissione

Tra i momenti più attesi, annunciati e discussi del concerto c’è la “finta crocifissione” con la cantante che, appesa a una croce e con in testa una corona di spine canta Live To Tell. Nonostante i tentativi di dissuaderla la cantante lascia intatto l’impianto spettacolare del suo concerto anche nella città che ospita il Vaticano. L’intera esibizione romana è ricca di messaggi contro le guerre e contro le giustificazioni religiose che spesso le sottendono. Non mancano momenti altrettanto simbolici come quando, in Forbidden Love, con due ballerini che mostrano grandi tatuaggi con la stella di David e la mezzaluna araba lanciano messaggi di pace e riconciliazione o durante l’esecuzione di Isaac, quando il suono di un corno e un canto arabo preludono all’ingresso di una ballerina coperta da un burka che si spoglia progressivamente e a fine canzone resta in costume. Nella scaletta del concerto Madonna privilegia le composizioni più recenti rinunciando a facili autocelebrazioni.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".