Il 7 marzo 1945 a Cascina, in provincia di Pisa, nasce Mara Pacini, destinata a diventare, con il nome d’arte di Brunetta una delle pochissime “teen idol” del nostro paese capaci di lasciare una traccia importante di sé anche in un music business come quello italiano poco interessato a dare continuità ai talenti giovanili.
Un nome scelto su proposta di Mogol
Nata in una famiglia operaia con la passione per la musica (il papà suona i timpani e il fratello la batteria) cresce in un ambiente ricco di note e di stimoli accompagnando spesso i suoi familiari in occasione delle loro esibizioni. Nel 1958 il dottor Orselli scrittura la giovanissima cantante per esibirsi al Gran Caffè Margherita di Viareggio. Il contratto è vantaggioso: diecimila lire a sera per cantare tre pezzi davanti a un pubblico che la segue sempre più numeroso. Proprio lì la ragazzina attira l’attenzione un astuto scopritore di talenti come Nanni Ricordi per l’occasione accompagnato da Guido Crepax, l’ideatore di Valentina. Accompagnata dalla madre, Mara arriva così a Milano alla Ricordi dove è già pronto il contratto per l’incisione dei primi dischi che escono nel 1959. Sulla copertina non c’è il nome di Mara Pacini ma quello di Brunetta, il suo secondo nome scelto su proposta di Mogol. Sono brani di rock and roll che, uniti alla sua prorompente vitalità durante le esibizioni, incontrano i gusti del pubblico. Nel 1965 ottiene uno straordinario successo con un brano, Baluba Shake, composto da Gorni Kramer su parole di Alberto Testa, destinato a durare negli anni.
Un ritiro che non è tale
Negli anni Settanta decide di ritirarsi e di dedicarsi principalmente all’insegnamento e alla famiglia anche se non abbandonerà mai del tutto la musica impegnandosi nei progetti che la convincono di più. All’inizio degli anni Ottanta presta la sua voce alla realizzazione dell’album che, pur essendo intitolato semplicemente Fabrizio De André, è conosciuto da tutti come L’album dell’indiano per via della copertina sulla quale compare l’immagine di un nativo americano a cavallo opera dell’artista statunitense Frederic Remington. Nel 1988 è corista, percussionista e flautista dell’orchestra di Dino Siani per tutta la stagione del programma televisivo “Mezzogiorno è” di Gianfranco Funari. Con il nuovo millennio Mara Brunetta Pacini ha, se possibile, moltiplicato i suoi impegni musicali sia come strumentista (suona chitarra, pianoforte, fisarmonica, trombone, sax) che come cantante. Si è avvicinata al jazz grazie alla conoscenza con Wally Allifranchini ed è diventata una musicista tutto tondo e una cantante di standard, senza perdere l’entusiasmo che la caratterizzava agli inizi.