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La prima bestemmia in TV

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Domenica 22 gennaio 1984, per la prima volta nella storia dello spettacolo italiano i telespettatori ascoltano una bestemmia nel corso di un programma TV.

L’episodio in Blitz

Il “fattaccio” accade quando Leopoldo Mastelloni bestemmia in diretta durante la trasmissione “Blitz”, il contenitore domenicale pomeridiano in onda su Raidue condotto da Gianni Minà. Il fattaccio avviene nel corso della rubrica “Sotto a chi tocca” di Stella Pende. Interrogato in diretta sull’omosessualità da alcuni ragazzi che affollano il “Bussoladomani” del Lido di Camaiore, Mastelloni perde la pazienza e si lascia sfuggire una bestemmia.

La condanna all’esilio

L’evento scatena il putiferio. A nulla valgono le scuse immediate dell’attore napoletano che, pur senza giustificarsi, sostiene di aver usato «un linguaggio molto criticabile ma assolutamente in uso nel parlare corrente». La rubrica viene immediatamente sospesa dalla direzione della Rai e per Mastelloni scatta un lungo periodo d’esilio dal video.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".