In un’intervista pubblicata da Stampa Sera il 13 gennaio 1986 Claudio Villa confessa al giornalista Lamberto Antonelli il suo desiderio di essere il primo interprete del nuovo inno italiano.
Un inno provvisorio da cambiare
Alla metà degli anni Ottanta si apre in Italia un dibattito sulla opportunità di cambiare l’inno nazionale. In molti ritengono che L’inno di Mameli, la marcetta nota anche come Fratelli d’Italia, abbia fatto il suo tempo. Gli stessi padri della Repubblica, del resto, l’avevano adottata in via provvisoria al momento della redazione della nuova Costituzione.
Le ragioni di Villa
In concomitanza con la riscoperta e la rivalorizzazione della bandiera nazionale c’è chi propone di scrivere, ex novo, un Inno del Tricolore, più moderno e più “in sintonia con il nuovo ruolo che l’Italia vuole avere nel mondo”. Nella citata intervista di Stampa Sera Claudio Villa dichiara: «Ho rappresentato e rappresento la canzone italiana nel mondo, sono una specie di bandiera dell’italianità… So che si sta scrivendo anche l’Inno del Tricolore e penso che avrei diritto a cantarlo io per la prima volta».