Home C'era una volta Johnny Glasel dal jazz alla classica e ritorno

Johnny Glasel dal jazz alla classica e ritorno

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L’11 giugno 1930 nasce a New York il trombettista Johnny Glasel, un eclettico protagonista della scena musicale degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.

La Scarsdale Jazz Band

Inizia a studiare musica da ragazzo perfezionandosi alla Yale School Of Music e, successivamente, all’Università della stessa Yale. Le sue prime esperienze con il mondo del jazz risalgono all’immediato dopoguerra quando entra a far parte della Scarsdale Jazz Band, un gruppo formato da studenti e diretto da Bob Wilber che prende il nome dall’omonimo quartiere di New York. Con questo gruppo, del quale fanno parte elementi del valore di Ed Hubble, Bob Mielke, Dick Wellstood, Glasel registra, ad appena 15 anni di età, i suoi primi dischi per la Riverside, tra cui China Boy che contiene un suo notevole intervento solistico.

Il passaggio alla classica e il ritorno al jazz

All’inizio degli anni Cinquanta si riconverte alla musica classica lavorando regolarmente con la New Haven Symphony Orchestra e con vari gruppi di musica da camera. A riportarlo al jazz è ancora una volta Bob Wilber, che lo inserisce in The Six, il gruppo con cui suona al Jimmy Ryan’s, il celebre cabaret di New York. Nel 1956 viene ingaggiato dall’orchestra di Glenn Miller, all’epoca diretta da Ray McKinley. Alla fine di quell’anno forma una propria orchestra con la quale si esibisce in vari locali di New York, avvalendosi della collaborazione del pianista-arrangiatore Dick Cary. Verso la fine degli anni Cinquanta suona con l’orchestra di Bill Russo, ma progressivamente i suoi interessi si spostano verso la composizione di musiche per film e riviste. Muore l’11 dicembre 2011.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".