Home C'era una volta Afrika Bambaataa re degli Zulu

Afrika Bambaataa re degli Zulu

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Il 12 novembre 1976, in una festa che si svolge al Bronx River Community Center, un giovane dj del liceo Stevenson, Kevin Donovan diventa il leader della gang degli Zulu del Bronx con il nome di Afrika Bambaataa.

Il rap esce dai ghetti

In quel giorno di novembre inizia la lunga storia musicale di un artista che con il suo lavoro ha elevato lo standard di qualità del rap portandolo fuori dai ghetti. Bambaataa è il primo a capire le potenzialità espressive dell’hip hop e lo fa senza tradire lo spirito originario ma adattandolo a un gusto più sofisticato e intellettuale. Quando decide di incidere dischi in proprio, si rivela anche un sopraffino musicista.

Un collage vertiginoso

Afrika Bambaataa eleva lo standard di qualità dei rap in commercio con i suoi iperdinamici EP, archetipi della dancefloor music a partire da Planet Rock del 1982, un collage vertiginoso di scratch, effetti elettronici, ritmi epilettici e vocalismi manipolati, che grazie anche ai missaggi di Jellybean Benitez dà lustro alla cosiddetta “beatbox”. I critici più aperti verso questo genere di musica hanno scritto che «I suoi dischi sono anche i primi a concepire la prassi del rap per quello che è, una forma di “collage aurale”, e a spingere il concetto al limite tecnologico dei mezzi computerizzati».

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".