Home C'era una volta Dewey Jackson, un leader della scuola di St. Louis

Dewey Jackson, un leader della scuola di St. Louis

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Il 21 giugno 1900 a St. Louis, nel Missouri, nasce il trombettista Dewey Jackson, uno degli strumentisti che hanno contribuito al prestigio del jazz della cosiddetta “Scuola St. Louis”.

L’anima musicale di una città

Jackson ottiene i suoi primi ingaggi professionali a St. Louis tra il 1916 e il 1917 dai gruppi orchestrali di Tommy Evans e di George Reynolds, prima di entrare a far parte nel 1919 della jazz band di Charlie Creath, uno dei leaders più prestigiosi della Scuola St. Louis. Nel 1920 forma la sua prima orchestra denominata Golden Melody Band con la quale si esibisce per diversi anni nella zona intorno alla sua città natale conquistandosi una gran bella reputazione. Nel 1924 viene ingaggiato da Fate Marable, leader della celebre S.S. Capitol Orchestra. L’anno successivo forma la St. Louis Peacock Charleston orchestra con la quale suona regolarmente sul piroscafo Capitol e registra una splendida serie di dischi per la Vocalion tra cui She’s Crying For Me annoverabile tra i capolavori del jazz di St. Louis, sia per la modernità dell’arrangiamento, sia per la splendida parte della cornetta muta del leader.

Il fascino delle avventure in proprio

Dopo una breve parentesi newyorchese che vede Jackson esibirsi al Cotton Club con l’orchestra di Andrew Preer, ritorna a St. Louis per riaggregarsi alle orchestre di Marable e di Creath con le quali continua a esibirsi a più riprese nel corso degli anni Trenta intervallando l’esperienza con varie avventure in proprio. Tra il 1930 e il 1932, per esempio, suona con un suo gruppo al Castle Ballroom di St. Louis. La scelta di operare in proprio diventa definitiva a partire dalla fine degli anni Trenta quando riprende a esibirsi soltanto come leader sia sui battelli fluviali sia nei vari cabaret di St. Louis diventando una specie di simbolo vivente del jazz di quella città. Negli anni Cinquanta suona per un po’ nell’orchestra di Singleton Palmer, poi nel trio di Don Ewell quindi nuovamente alla testa di una sua orchestra. Negli anni Sessanta e Settanta è ancora attivo nella sua città natale. Muore il 1° gennaio 1994.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".